Abbiamo causato l’estinzione di altre 23 specie: addio anche al magnifico picchio dal becco d’avorio
Il Fish and Wildlife Service (FWS) degli Stati Uniti ha annunciato l'estinzione di 22 specie di animali e di una vegetale. Fra esse vi è anche l'iconico picchio dal becco avorio (Campephilus principalis), uno degli uccelli più belli del Nord America, che tuttavia non viene più avvistato da decenni. Fortunatamente la comunicazione dell'agenzia del Dipartimento degli Interni statunitense – deputata alla gestione e alla conservazione della fauna selvatica – non è considerata definitiva; nei prossimi due mesi sarà infatti possibile arricchire la documentazione sulle specie indicate e, qualora vi fossero novità sufficienti, verrebbero rimosse dall'elenco di estinzione. Va tuttavia tenuto presente che l'ultima parola spetterà all'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), il massimo organismo scientifico mondiale in fatto di tutela della biodiversità.
“Ognuna di queste 23 specie rappresenta una perdita permanente per il patrimonio naturale della nostra nazione e per la biodiversità globale”, ha dichiarato al New York Times la dottoressa Bridget Fahey, tra le specialiste di tassonomia (classificazione delle specie) del Fish and Wildlife Service. L'esperta ha aggiunto che le 23 specie estinte rappresentano un monito sull'impatto dell'uomo sulla biodiversità e sull'ambiente. Con l'inserimento di questo specie nell'elenco di quelle estinte, contestualmente il l'FWS chiede la rimozione dall'Endangered Species Act (ESA), la principale legge statunitense sulla protezione delle specie in pericolo. Quelle che vi rientrano sono rigorosamente tutelate e protette, anche grazie a finanziamenti ad hoc e pene severe per coloro che le mettono in pericolo o ne uccidono gli esemplari. Alcuni studiosi contestano la decisione dell'FWS proprio perché togliendo le protezioni si potrebbero condannare definitivamente all'estinzione gli ultimi eventuali ed elusivi superstiti.
Va tenuto presente che all'ESA quasi per il 100 percento delle specie elencate è stata preservata dall'estinzione; quelle perdute, come le 23 appena annunciate, erano già in gravissimo pericolo di estinzione quando la legge è entrata in vigore per la prima volta nel 1973. Alcune specie non si vedevano già da decenni quando sono state elencate. Fra esse vi è proprio il picchio dal becco avorio, un tempo il picchio più grande degli Stati Uniti. L'ultimo avvistamento confermato risale infatti al 1944 nella Louisiana, e da allora non è stato più documentato, sebbene alcuni indichino di averlo incontrato recentemente. Un video in bassissima risoluzione registrato nel 2005 in Arkansas aveva riacceso le speranze, tuttavia non seguirono conferme. Gli appassionati di birdwatching continuino a frequentare i luoghi in cui un tempo vivevano le popolazioni dell'iconico picchio, nella speranza di poterne rivedere un esemplari. Questi magnifici uccelli dal verso caratteristico sono visibili in un vecchio video in bianco nero del 1935.
Oltre al picchio dal becco d'avorio, l'FWS ha annunciato anche l'estinzione di otto specie di uccelli delle Hawaii. Tra essi vi è il e il poʻo-uli (Melamprosops phaeosoma), un passeriforme appartenente alla famiglia dei fringuelli conosciuto anche col nome di “black-faced honeycreeper”. Questo piccolo uccello – lungo 14 centimetri e dal peso di appena 25 grammi – fu scoperto sull'isola di Maui soltanto nel 1973; nel giro di un ventennio, tuttavia, se ne contavano in natura appena una manciata di esemplari. Nel 2004 morì l'ultimo maschio e non furono più avvistate le due femmine note agli ornitologi.
Un'altra specie dichiarata estinta è la parula di Bachman (Vermivora bachmanii), un altro passeriforme canoro classificato in via d'estinzione sin dal 1967 e del quale non ci sono avvistamenti da oltre 30 anni. Dichiarato estinto anche il pipistrello della frutta Little Mariana dell'isola di Guam (Pteropus mariannus), una magnifica volpe volante. Tutti animali che, qualora ne venisse confermata l'estinzione, sono andati perduti per sempre a causa nostra.