A Mo Yan il Premio Nobel per la letteratura
Nella sua opera Mo Yan (scrittore e sceneggiatore, al secolo Guan Moye, classe 1955) «ha mescolato con un allucinato realismo racconti popolari, storia e contemporaneità»: questa la motivazione dell'Accademia Reale Svedese delle Scienze nell'assegnare il Premio Nobel per la Letteratura 2012 a colui il quale è considerato il più grande scrittore cinese vivente. Il suo nome (uno pseudonimo letterario, in verità, il cui significato è "colui che non vuole parlare") era già da giorni nella lista dei possibili candidati, per quanto non acclamato come "il favorito": si era parlato molto della canadese Alice Munro o del Giapponese giapponese Haruki Muramaki; tra le voci di corridoio, si bisbigliavano anche i nomi italiani di grandi intellettuali come Claudio Magris e Umberto Eco e, addirittura, dell'amatissimo Andrea Camilleri. Ma del resto, l'amore per i libri e per la letteratura è bruciante come una passione e a tutti avrebbe fatto piacere vedere il proprio personale eroe "sul podio".
Mo Yan non è il primo scrittore cinese ad essere insignito della prestigiosa onorificenza: nel 20o0, infatti, il Nobel era andato a Gao Xingjian. I due, tuttavia, non condividono il medesimo destino patrio dal momento che Gao Xingjian è naturalizzato francese e, ormai da anni, si è fatto portatore di aspre critiche contro il suo Paese e il regime che lo caratterizza: al contrario, Mo Yan, originario di una provincia rurale della Cina nordorientale lo Shandong, vive a tutt'oggi in Cina. Forse anche in virtù di ciò, la sua penna è sempre stata più lieve che offensiva, pur non mancando mai di sottolineare le contraddizioni di una società in cui ad una spropositata crescita economica si accompagna un sistema partitico ed istituzionale ancora autoritario, incatenato ad una pesante eredità del passato che non è soltanto politica ma, innanzitutto, culturale. Non a caso, c'è chi non manca di accostare la sua capacità di fondere presente, passato e racconto al realismo magico di un altro premio Nobel, il sudamericano Gabriel García Márquez. La sua opera più nota è certamente il romanzo Sorgo Rosso (in Italia edito da Einaudi) che divenne sceneggiatura per un film di Zhāng Yìmóu, vincitore nel 1988 dell'Orso d'Oro di Berlino.