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9 persone su 10 ‘soffocate’ dallo smog: provoca 6,1 milioni di morti all’anno

Il nuovo report pubblicato dalla ONG Health Effects Institute traccia un quadro drammatico a causa dello smog, respirato dalla quasi totalità degli esseri umani. L’inquinamento atmosferico uccide milioni di persone ogni anno, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.
A cura di Andrea Centini
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Oltre il 95 percento della popolazione mondiale respira aria inquinata, lo smog che continua a mietere milioni di vittime ogni anno. Solo nel 2016 i decessi provocati dai veleni che finiscono nei nostri polmoni sono stati ben 6,1 milioni. Le popolazioni più colpite sono quelle dei Paesi in via di sviluppo, in particolar modo di quelli asiatici, dove Cina e India guidano la poco lusinghiera classifica del numero di morti. Del totale registrato nel 2016, infatti, oltre la metà ha perso la vita proprio nelle due grandi nazioni. Anche il divario tra i Paesi con l'aria più pulita e quelli con l'aria più inquinata continua ad aumentare; se nel 1990 questa differenza nella salubrità era di sei volte, nel 2016 è salita a ben 11 volte.

A tracciare il malsano profilo dell'aria che siamo obbligati a respirare ogni giorno è stata una squadra di scienziati dell'Health Effects Institute, una ong statunitense. I drammatici dati sono stati confermati anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel suo ultimo rapporto, pubblicato il 2 maggio 2018. Gli scienziati dellaa ong hanno pubblicato un approfondito documento online nel quale non solo sono riportati i dati aggiornati sui livelli di inquinamento, ma anche mappe interattive per valutarne l'impatto, i rischi per la salute e moltissime altre informazioni. A rendere più completo il report 2018 l'unione dei dati satellitari con quelli raccolti a terra, che per la prima volta contemplano anche quelli relativi all'inquinamento atmosferico domestico.

Le stime indicano che circa 7 miliardi di persone – la quasi totalità degli esseri umani – respirano polveri sottili al di sopra dei limiti considerati sicuri dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). In alcuni Paesi – come i già citati India e Cina – una parte del pericoloso inquinamento domestico deriva dalla combustione di carbone o biomassa per cucinare e riscaldare le case. Nel 2016 sono state ben 2,6 miliardi di persone a respirare i veleni prodotti da questi processi, che catalizzano il rischio di ictus, patologie cardiovascolari, cancro ai polmoni e diverse malattie polmonari croniche. Non a caso l'inquinamento atmosferico è diventato il quarto “big killer” dell'umanità, dopo ipertensione, dieta e vizio del fumo.

Pur nella drammaticità di questi dati, i Paesi più colpiti stanno facendo concreti progressi per mettere un freno all'utilizzo di combustibili fossili. Nei Paesi più industrializzati, d'altro canto, vi è il traffico dei veicoli con motori diesel a peggiorare sensbilmente la situazione. In quelli in via di sviluppo vi è invece l'abbondanza di vecchissimi veicoli a benzina, anch'essi molto dannosi per l'ambiente e la salute. Gli autori del report plaudono all'impatto dei social media sulla sensibilizzazione ambientale, in costante aumento. Molte persone hanno infatti iniziato seriamente a preoccuparsi e a discutere dei temi alla base dell'avvelenamento del nostro Pianeta.

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