50 anni dallo sbarco sulla Luna, adesso dobbiamo recuperare la cacca che avevamo lasciato lì
Può sembrare assurdo a dirsi, eppure è del tutto scientifico: dobbiamo recuperare i sacchetti di cacca, vomito e urine che, 50 anni fa, abbiamo volontariamente lasciato sulla Luna. Il motivo non è legato a questioni di igiene, ma, come dicevamo, è scientifico: quanto ‘abbandonato’ mezzo secolo fa sul nostro satellite aveva una missione (involontaria) da compiere, ed è giunto il momento di capire come sia andata a finire. Ecco perché dobbiamo recuperare i 96 sacchi di feci, urine e vomito che abbiamo lasciato sulla Luna.
Le missioni Apollo e la cacca nello spazio. Forse non tutti sanno che i nostri viaggi spaziali non sono stati privi di scarti, per quanto volontari. Sul suolo lunare abbiamo infatti lasciato molti oggetti, tra questi anche 96 sacchetti di rifiuti organici, quindi di vomito, urine e feci, nell’arco delle 6 missioni Apollo che sono atterrate sul nostro satellite.
Perché abbiamo lasciato la cacca sulla Luna. Avete presente il fatto che le impronte lasciate dagli astronauti sulla regolite sono ancora intatte? Ecco, gli scienziati vogliono sapere se lo stesso discorso vale per gli scarti umani. Le condizioni sulla Luna sono molto particolari, quindi gli esperti vogliono capire che effetti abbiano avuto su feci, urine e vomito: insomma, vogliono capire se ci sia ancora vita nei nostri scarti.
La vita nella cacca sulla Luna. Le nostre feci sono piene di vita, contengono infatti batteri di diverse specie che le rendono un vero e proprio ecosistema vivente. Ora, considerando che sulla Luna, per quanto ne sappiamo noi, non c’è mai stata vita, viene da chiedersi se la vita nella cacca sia sopravvissuta e, se sì, se sia anche proliferata.
E se i batteri fossero sopravvissuti? Le possibilità che i batteri fecali siano sopravvissuti sono poche, sulla Luna non c’è il campo magnetico che sulla Terra blocca le radiazioni cosmiche che sono dannose e non c’è l’ozono che assorbe i raggi ultravioletti del Sole, le temperature passano da 173 gradi Celsius a 100 gradi Celsius: insomma, il nostro satellite non è particolarmente ospitale. Ma se i batteri dovessero essere ancora vivi, allora questo dovrebbe farci riflettere su quanto siamo potenzialmente inquinanti con i nostri viaggi spaziali e che impatto potremmo avere eventualmente su Marte. Per avere le risposte ai nostri dubbi, dobbiamo aspettare il prossimo sbarco sulla Luna che, così si mormora, sarà nel 2024 con la NASA.