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Verso l’eclissi solare del 20 marzo

Quest’anno la primavera è annunciata da un evento imperdibile che potremo seguire anche noi dall’Italia (meteo permettendo).
A cura di Redazione Scienze
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Il fatto che si tratti di un fenomeno del tutto naturale e del quale ci sono note perfettamente le cause non lo rende meno spettacolare: ecco perché c’è tanta attesa per l’eclissi solare che potremo ammirare venerdì 20 marzo. Del resto c’è da dire che queste cose non accadono, poi, troppo di frequente (almeno, non nello stesso luogo), tant'è che per la prossima eclissi dovremo aspettare ben cinque anni.

Eclissi più equinozio

Ma ad incrementare ulteriormente il fascino dell’evento interviene anche un altro fattore: nello stesso giorno in cui si verifica, infatti, entrerà anche la primavera. In anticipo? – ci si chiederà. Ebbene sì. Quest’anno, infatti, l’equinozio di primavera cade il 20 marzo alle ore 22:45: ciò accade perché l’organizzazione del calendario astronomico con gli anni bisestili ne sta provocando una progressiva anticipazione che, a partire dal 2044, lo porterà anche a presentarsi nel giorno 19 di marzo. Nel giorno in cui il dì e la notte si equivalgono per durata, dunque, assisteremo anche ad un fenomeno astronomico tra quelli che maggiormente colpivano l’immaginazione delle popolazioni antiche, facendosi portatori di messaggi occulti e presagi.

Totalità e parzialità

Ma come si verifica un’eclissi? È presto detto: ad oscurare il disco solare è la Luna che, in quest’occasione, è parte centrale in un allineamento Terra – Luna – Sole, certamente non frequente ma neanche definibile raro. Come è noto, questa configurazione può dare origine ad eclissi anulari, parziali o totali: di quest’ultimo tipo sarà l’eclissi del 20 marzo. Purtroppo la totalità sarà uno spettacolo destinato esclusivamente al Mare del Nord: ad esempio, alle isole Svalbard o alle Fær Øer. Dalle nostre parti l’occultamento sarà soltanto parziale e si potrà seguire a partire da qualche minuto prima delle 9:30 e fino a mezzogiorno circa: nelle regioni settentrionali lo potranno ammirare meglio, dato che a Milano l’oscuramento sarà di circa il 64% mentre a Napoli di circa il 56%.

Da osservare… con prudenza!

Questo però non è sufficiente a rendere l’evento meno pericoloso per i nostri occhi, anzi: chiunque voglia dedicarsi a questa osservazione imperdibile da solo (cioè non approfittando della disponibilità di osservatori astronomici, come quello di Napoli, dove saranno organizzate mattinate dedicate al tema) deve provvedere a dotarsi di qualche strumento in grado di schermare adeguatamente. Occhiali da sole, radiografie e vecchie pellicole non sono consigliabili; vanno bene, invece, occhiali o maschere da saldatore o anche filtri e occhiali appositi.

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