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Una pioggia di asteroidi sta per “sfiorare” la Terra

Tre gli oggetti celesti il cui passaggio era previsto per dicembre: ma non temete, tutti transiteranno a debita distanza.
A cura di Redazione Scienze
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Il primo è già passato, per la verità: il suo transito doveva addirittura essere documentato attraverso una diretta streaming che, purtroppo, è saltata a causa di condizioni meteorologiche tutt'altro che favorevoli. In Italia erano le 5:51 del mattino del 2 dicembre quando un asteroide dal diametro di circa 20 metri di ha "sfiorato", sfrecciando a 540.000 chilometri dalla superficie della Terra, distanza pari a circa 1,4 volte quella che intercorre tra il nostro Pianeta e la Luna. Contrassegnato dalla sigla 2014 WC201, il corpo celeste si è mantenuto quindi ben lontano anche se, va detto, questo incontro "ravvicinato" ha costituito comunque una circostanza interessante per chi ha avuto modo di osservare l'asteroide grazie ad appositi strumenti, anche piccoli telescopi.

I prossimi transiti: segnate le date

Ma il mese di dicembre farà addirittura "tris" di asteroidi: altri passaggi, infatti, sono previsti rispettivamente il 7 e il 10. Domenica prossima, alle 20:56 secondo l'orario italiano, assisteremo a un transito ancor più radente, quello di 2014 WX202: appena cinque metri di diametro per un "sassetto" che si muoverà a 385.000 chilometri dalla Terra, in pratica alla stessa distanza del nostro Satellite.

A chiudere questa settimana piuttosto tormentata, infine, ci sarà l'asteroide 2014 WU200, circa sei metri di diametro che, alle 17:15, effettuerà il suo volo a 460.000 chilometri di distanza.

Asteroidi sulla Terra

Il pensiero di ben tre corpi celesti che si trovano nei dintorni della Terra ci stupirà molto meno se pensiamo a quanti sono gli oggetti che entrano in contatto con l'atmosfera del nostro Pianeta, finendo per lo più distrutti da questa dopo aver sprigionato enormi quantità di energia. Una mappa recentemente resa nota dalla NASA, infatti, mostrava una sorta di censimento degli asteroidi che hanno colpito il nostro Pianeta negli ultimi venti anni: chiaramente si tratta di micro-impatti, rintracciati grazie a sofisticate strumentazioni, ma che spiegano anche come mai esista un programma della NASA appositamente pensato per individuare, monitorare, studiare e descrivere tutti i Near Earth Object, o NEO. La cautela, si sa, non è mai troppa.

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