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Terremoto, complottisti scatenati in Rete: “Colpa degli USA, dei petrolieri e di Venere”

Come sempre dopo ogni grave sisma, sul web si scatena la caccia al responsabile, coinvolgendo presunti complotti internazionali o improbabili fenomeni astrali.
A cura di Roberto Paura
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Terremoto in Emilia, ancora scosse

Dopo la tragedia di un terremoto che spazza via case, edifici storici e numerose vite umane, lo spettacolo peggiore – a parte quello della desolazione che segue alla catastrofe – è rappresentato dall’accozzaglia di tesi antiscientifiche che il web veicola alla velocità della luce. Come all’epoca della Peste Nera, in cui bisognava trovare un untore, personificando l’epidemia in un colpevole da individuare e ammazzare, ogni violento terremoto deve essere spiegato riportandolo alla banale esperienza umana, che non accetta l’esistenza di imponderabili forze della natura e, soprattutto, della casualità, all’opera nel mondo.

La caccia all'untore dei terremoti, da HAARP ai petrolieri

Se un tempo era facile dare la colpa a fenomeni soprannaturali, e successivamente a Dio – sua, per esempio, la punizione del terremoto di Messina del 1908 perché, riportavano i giornali locali, un gruppo di atei aveva dileggiato il giorno prima la statua di una Madonna – oggi anche il riferimento alla punizione divina non è più sufficiente, perché strappa pur sempre agli uomini la necessità di trovare un colpevole, il capro espiatorio. È facile così prendersela con i sismologi, oggi alla sbarra in un ridicolo processo per non essere riusciti a prevedere (!) il sisma che ha distrutto l’Aquila, tre anni fa. Non basta, invece, prendersela con chi continua a ignorare la necessità di costruire edifici antisismici, o adattare alle nuove norme gli edifici più vecchi, in un paese storicamente martoriato dai sommovimenti della terra. Bisogna trovare un colpevole più direttamente coinvolto, a cui sia possibile imputare l’unica ed esclusiva responsabilità della tragedia.

HAARP

Anche dopo quest’ultimo terremoto in Emilia i complottisti italiani recuperano la vecchia storia di HAARP, il sistema segretissimo (di cui, però, sembra che tutti siano a conoscenza sul web) costruito dagli Stati Uniti in Alaska per influenzare la Terra attraverso onde elettromagnetiche, scatenando terremoti a comando. Ne parlavano tutti i teorici del complotto mondiale sui forum internazionali dopo il sisma di Haiti e quello del Giappone, e ora la storia ritorna puntuale all’indomani dei terremoti in Emilia. Su un sito seguitissimo in rete spopola un articolo in cui a sostegno della tesi vengono presentate prove schiaccianti, come quelle di “una gola profonda che invoca l’anonimato, poiché teme ritorsioni vitali”, il quale compara l’attività del sistema HAARP (effettivamente esistente, ma con banali compiti di studio dell’atmosfera) al terremoto in Emilia: “Lo ionogramma, ovvero un diagramma tempo/frequenza della riflessione ionosferica, mostra un marcato livello F con una ionizazione di picco. Vi è anche un meno ovvio livello E. Il diagramma mostra come il segnale di sonda digitale si divide in onde riflesse ordinarie (in rosso) e straordinarie (in verde). Lo ionogramma ed il parametro FoF2 nel diagramma mostrano la più alta frequenza che è stata riflessa dalla ionosfera con incidenza verticale (onda radio perpendicolare al terreno)”. Non c’è bisogno di scomodare gli scienziati per rendersi conto che si tratta di chiacchiere senza nessun fondamento, farcite di tecnicismi per impressionare il pubblico del web.

Ancora, si cita “un geologo di chiara fama, A.V.”, secondo il quale il sisma in Emilia – il primo, in questo caso, – sarebbe imputabile HAARP perché molto superficiale, mentre “generalmente i terremoti hanno epicentri molto più in profondità, nelle viscere della terra e soprattutto presentano sciami sismici, cioè a dire prima e dopo della vibrazione massima presentano oscillazione più piccole, definite di attenuazione”. In realtà non è affatto infrequente che i terremoti avvengano poco al di sotto della superficie (è accaduto di recente, per esempio, a Christchurch, in Nuova Zelanda, benché naturalmente anche in quel caso si è parlato di intervento americano). Per i complottisti i terremoti con epicentri superficiali sarebbero invece “ritenuti dagli scienziati, senza alcun dubbio, terremoti artificiali generati dalla concentrazione di onde HAARP in determinati punti sensibili del globo terrestre”. Non risulta che nessun sismologo di riconosciuta professionalità abbia mai fatto cenno a terremoti artificiali prodotti da onde elettromagnetiche. È noto che terremoti artificiali possono prodursi in conseguenza di esplosioni nucleari sotterranee, ma in quei casi i sismi sono di scarsa intensità e strettamente limitati all’area del test. Sono inoltre facilmente distinguibili dai terremoti naturali, e difatti i sismologi hanno svelato così alcuni test segreti svolti da alcuni paesi, come la Corea del Nord.

Natural Gas, fracking

Su una radio locale, invece, è stato dato spazio alla tesi di Rosario Marcianò, noto per le sue continue accuse ai governi mondiali di disseminare scie chimiche nell’atmosfera per presunte finalità di controllo di massa; secondo Marcianò, il terremoto in Emilia sarebbe prodotto dalle multinazionali petrolifere che fanno brillare ordigni nel sottosuolo per le prospezioni geologiche in cerca di idrocarburi. Il fenomeno viene definito “fracking”. Secondo Marcianò, la zona emiliana non sarebbe a rischio sismico (nonostante tutto il Centro Italia sia considerato tra le aree a più alto rischio al mondo), per cui il colpevole va trovato altrove. Non risulta comunque che compagnie petrolifere o altre aziende stiano svolgendo sondaggi geologici nel sottosuolo della regione, e se così fosse le comunità locali avrebbero senz’altro segnalato il fatto. La comunità scientifica non ha infine mai ritenuto plausibile la correlazione tra indagini geologiche e terremoti.

Transiti di Venere e Superlune

Non ci resta altro da fare, allora, che sollevare lo sguardo al cielo e cercare il colpevole tra i fenomeni astrali. Sono ben note le tesi dell’ormai defunto Raffaele Bendandi sul ruolo dell’attività solare e degli allineamenti planetari nel provocare terremoti sulla Terra; tesi smentite a più riprese con dovizia di spiegazioni scientifiche, casomai ce ne fosse bisogno. Recentemente un gruppo di giovanissimi seguaci delle tesi di Bendandi hanno messo su un sito per comparare i moti planetari del Sistema Solare ai terremoti, invocando teorie radicalmente antiscientifiche e senza mai azzeccarci. Ora è il turno del transito di Venere, il fenomeno astronomico a cui si può assistere un paio di volte al secolo, durante il quale è possibile osservare il breve passaggio di Venere davanti al disco del Sole. Niente di più di una curiosità per gli appassionati di osservazioni astronomiche, priva di qualsiasi risvolto fisico (si tratta infatti di un semplice effetto ottico causato dalla breve coincidenza della posizione di Terra, Venere e Sole). Ma recentemente una studiosa di archeologia Maya, probabilmente poco a suo agio con l’astronomia ma interessata a sfruttare la paura del 2012, ha sostenuto che la fine del calendario Maya coincida con il transito di Venere il prossimo 5-6 giugno. Peccato che una nuova scoperta archeologica abbia definitivamente smentito l’idea che la fine del Lungo Computo (solo uno dei calendari Maya) significhi la fine dei tempi per quest’antica civiltà ormai da tempo estinta.

superluna1

Tra gli eventi astronomici tirati in bello torna ancora una volta, infine, la “superluna”, che ha dato spettacolo lo scorso 6 maggio e che a dire di molti catastrofisti avrebbe fatto sconquassi per via della sua distanza ravvicinata alla Terra. Il fatto che il primo sisma in Emilia sia avvenuto poco dopo la “superluna” ha alimentato i sospetti di chi ignora completamente i dati scientifici su come avvengono i terremoti, e il fatto comprovato che esistono zone a rischio sismico caratterizzate dall’attraversamento di faglie sensibili. La mappature di queste faglie è stato il più importante successo della sismologia degli ultimi cento anni, e ci ha permesso di predire con buona certezza le aree più a rischio. Da qui a predire quando un terremoto avrà luogo, purtroppo, ce ne corre: ma non saranno gli allineamenti e tantomeno i fenomeni elettromagnetici (naturali o artificiali) a indicarci la strada.

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