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Supervirus, riprendono gli studi su H5N1

Un anno fa la “moratoria” sulle ricerche che avevano prodotto una versione letale del virus influenzale H5N1. Gli scienziati riprendono gli studi: “Prioritari per la salute”.
A cura di Redazione Scienze
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Dopo un anno di stop volontario, con una lettera pubblicata dalle riviste Science e Nature 40 scienziati, principalmente virologi ed epidemiologi, hanno annunciato la riprese degli studi sul virus H5N1. Una versione altamente letale di questo virus influenzale, che colpisce gli uccelli, era stata ingegnerizzata in laboratorio, portando allo sviluppo di un ceppo virale capace di colpire gli esseri umani. Se diffuso nel mondo, il nuovo virus potrebbe facilmente provocare una pandemia con conseguenze letali. Proprio quest’ultimo scenario aveva portato molti scienziati a criticare la diffusione dei risultati della ricerca sulle riviste internazionali: spiegando il modo in cui il virus è stato ottenuto, si potrebbe permettere a potenziali terroristi la riproduzione del virus in laboratorio e la sua diffusione nell’ambiente come arma batteriologica. Alla fine, i dettagli della ricerca erano stati pubblicati proprio sulle due riviste più importanti al mondo, Science e Nature, ma il governo degli Stati Uniti era intervenuto chiedendo che si impedisse la diffusione dei risultati, contravvenendo al principio base della condivisione scientifica, senza la quale non è possibile sottoporre l’esperimento a verifica da parte di altri ricercatori. Ora dopo un anno di moratoria applicata volontariamente, centri di ricerca di tutto il mondo hanno annunciato la ripresa dei lavori.

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La lettera dei virologi – “Avevamo annunciato una pausa per quest’importante ricerca per prenderci il tempo necessario a spiegare i benefici in termini di salute pubblica di questo lavoro, per descrivere le misure prese per minimizzare i possibili rischi, e per consentire a organizzazioni e governi in tutto il mondo di rivedere le loro politiche (per esempio sulla biosicurezza, biosanità, vigilanza e comunicazione) riguardanti questi esperimenti”, scrivono gli scienziati. Obiettivi che ritengono essere stati raggiunti. “Ma nel frattempo, il virus H5N1 continua a evolvere in natura. Poiché gli studi sulla trasmissione del virus H5N1 sono essenziali per comprendere l’adattamento dei virus influenzali ai mammiferi e per la prevenzione pandemica, i ricercatori che hanno avuto l’approvazione dai loro governi e istituzioni per condurre questa ricerca in appropriate condizioni di biosicurezza hanno la responsabilità pubblica di riprendere quest’importante lavoro”. I firmatari ribadiscono che gli scienziati che non hanno ancora ottenuto il via libera dai loro governi per riprendere le ricerche devono astenersi dall’effettuarle. Tra questi, gli scienziati negli Stati Uniti e in strutture di ricerca americane nel mondo.

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Il commento di Ilaria Capua – Lo studio è fondamentale per comprendere il meccanismo che permette ai virus di fare il “salto di specie” che li porta a invadere l’uomo. In tal modo potrebbe essere possibile garantire in futuro una protezione totale dal virus dell’influenza, e ipoteticamente anche da altri virus più letali. Tra i ricercatori impegnati su questo fronte c’è anche Ilaria Capua, la virologa italiana dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale che contribuì in modo decisivo a combattere l’influenza aviaria (oggi candidata nella Lista Monti alle prossime elezioni politiche). “Mollare a metà gli esperimenti interrotti per la moratoria non sarebbe ragionevole, ma solo uno spreco di soldi”, commenta Ilaria Capua all’agenzia ANSA. “Questi sono ancora i primi tentativi di studiare gli aspetti che rendono i virus così pericolosi. Con il tempo diventeremo sempre più bravi ed efficienti grazie anche alle nuove tecnologie, e queste ricerche arriveranno alla portata di molti: ci dobbiamo dunque domandare se vogliamo che fra 20 anni ci siano cento laboratori nel mondo capaci di creare supervirus, e se è opportuno che le istituzioni e gli enti finanziatori continuino a finanziare queste ricerche”.

Studiare le mutazioni – La moratoria applicata volontariamente dai centri di ricerca impegnati su questo fronte era stata annunciata nel gennaio 2012 per un totale di 60 giorni. A marzo, con il crescere del dibattito, era stata estesa indefinitamente. Ma negli ultimi mesi erano cresciute le insistenze per una ripresa, soprattutto in seguito al disco verde ottenuto da diversi governi e istituzioni, soprattutto in Europa. A capo del progetto c’è il più famoso virologo del mondo, Ron Fouchier, che lavora all’Erasmus Medical Research Center di Rotterdam. Fouchier ha precisato che ci vorrà del tempo prima che le ricerche riprendano dal punto in cui erano state interrotte. Ci si concentrerà ora sullo scoprire quali mutazioni sono in grado di permettere a H5N1 di infettare i mammiferi, tra cui l’uomo (finora sono state trovate dalle cinque alle nove mutazioni) e in che modo il virus diventa capace di infettare anche solo tramite inalazione, cosa che ne conferisce l’elevato tasso di contagio.

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