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Stella in ‘miniatura’ scoperta a 600 anni luce dalla Terra: è la più piccola di tutte

Grazie alla tecnica del transito, utilizzata normalmente per scoprire nuovi pianeti extrasolari, ricercatori britannici hanno individuato la stella mentre proiettava la sua ombra sulla sua compagna, all’interno di un sistema binario.
A cura di Andrea Centini
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Un team internazionale di astronomi guidato da ricercatori della prestigiosa Università di Cambridge (Regno Unito) ha scoperto la stella più piccola mai individuata, le cui dimensioni superano di poco quelle del gigante gassoso Saturno. Chiamata dagli scienziati col nome tecnico di Eblm J0555-57Ab, la stella è talmente piccola che la sua massa permette per un soffio la reazione di fusione nucleare di idrogeno ed elio, la caratteristica principe che differenzia questi astri dai pianeti.

A causa delle suddette caratteristiche è molto probabile che non riusciremo a trovare nell'Universo stelle più piccole di questa, proprio perché altrimenti al suo interno non ci sarebbe una pressione sufficiente per generare la reazione nucleare. “Se questo sole avesse presentato una massa leggermente inferiore, la reazione di fusione dell’idrogeno nel nucleo della stella non avrebbe potuto avere luogo e avremmo avuto una nana bruna”, ha sottolineato il dottor Alexander Boetticher, autore principale dello studio e ricercatore presso il Cavendish Laboratory and Institute of Astronomy dell'ateneo britannico.

La stella, che dista 600 anni luce dalla Terra, ha una forza gravitazionale circa 300 volte superiore a quella che sperimentiamo sul nostro pianeta, e curiosamente è stata scoperta in seno al progetto WASP attraverso la tecnica del transito, la stessa che ha permesso di individuare i pianeti del celebre sistema di Trappist-1, oltre a molti altri esopianeti. Ciò è stato possibile perché Eblm J0555-57Ab orbita in un sistema binario, e la sua ombra è stata vista proiettata sulla compagna decisamente più grande. “Potrebbe sembrare incredibile, ma trovare una stella a volte può essere più difficile che trovare un pianeta”, ha sottolineato l'autore principale dello studio.

Le dimensioni peculiari di Eblm J0555-57Ab, circa del 30 percento inferiori rispetto a quelle della nana rossa ultrafredda Trappist-1, la rendono particolarmente interessante poiché attorno ad essa potrebbero orbitare esopianeti nella cosiddetta fascia abitabile, ovvero che permettono la presenza di acqua allo stato liquido sulla sua superficie. Tutti i dettagli sulla ‘stella in miniatura' saranno pubblicati sulla rivista scientifica Astronomy & Astrophysics, ma sono già consultabili su arXiv.

[Illustrazione di Amanda Smith]

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