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Sì, la sigaretta elettronica fa male

Uno studio del CNR dimostra che il suo vapore non è innocuo come molti credono.
A cura di Nadia Vitali
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Justin Sullivan/Getty Images
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Sono milioni le persone che muoiono a causa dei danni da fumo di tabacco; soltanto in Italia si contano ogni anno circa 70.000 vittime di tumori, malattie respiratorie e cardiovascolari. Morti che hanno un costo elevatissimo, in termini di sofferenza individuale e familiare ma anche di impegno economico da parte del servizio sanitario nazionale. Ecco perché la comparsa sui mercati della sigaretta elettronica, con la vera e propria esplosione verificatasi pochi anni fa, era stata accolta con entusiasmo da molti, data l'apparenza di sostituto inoffensivo dell'oggetto. Il tempo e la scienza, però, stanno dimostrando che le cose non stanno esattamente così.

Un'alternativa inoffensiva?

Uno studio sugli effetti della sigaretta elettronica è stato guidato da Cecilia Gotti, dell'Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche (In-Cnr), da Francesco Clementi, di In-Cnr e Università Statale di Milano, e da Mariaelvina Sala, dell'Università Statale di Milano, in collaborazione con Michele Zoli dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Il lavoro, i cui dettagli sono illustrati in un articolo pubblicato dalla rivista European Neuropsychopharmacology, ha messo al confronto fumo di tabacco e vapori, osservando il comportamento e gli aspetti neurochimici durante la somministrazione sulle cavie e a un mese di distanza dalla sospensione del trattamento.

Dipendenza e stati d'ansia

Un gruppo di topi è stato sottoposto a doppio trattamento, prima con sigaretta elettronica e poi con sigaretta convenzionale, assumendo quantità di nicotina analoghe a quelle assunte da un fumatore nell'arco di due mesi; ne è emerso che, sia per quanto riguarda la nicotina sia per quanto riguarda la dipendenza generata, i risultati sono molto simili. Una differenza, rilevata attraverso i test comportamentali, riguarda l'astinenza acuta che è più forte nel caso di fumo normale; anche il deficit cognitivo è minore nel caso di sigaretta elettronica.

Dati positivi a cui, però, fanno da contraltare dei segnali tutt'altro che trascurabili: la sospensione del vapore da sigaretta elettronica ha infatti portato alla manifestazione di stati d'ansia più gravi associati a comportamenti compulsivi osservabili anche molto tempo dopo l'interruzione. Insomma, se l'obiettivo è liberarsi da una dipendenza, è difficile affermare che sia questa la strada corretta da seguire.

Sostanze sconosciute

Questo, secondo i ricercatori, sta ad indicare la presenza di composti non ancora identificati, oltre naturalmente alla nicotina, presenti in entrambe le tipologie di sigaretta: sostanze aggiunte rispetto alle quale non ci sono indicazioni e per le quali, invece, andrebbero disposti controlli, regolamenti e probabilmente restrizioni.

La nicotina fa male (comunque)

Quindi, per il momento, non si può parlare della sigaretta elettronica come di una vera alternativa al fumo convenzionale, data l'evidenza di pericoli per la salute ancora ignoti. Tutto ciò, tra l'altro, senza dimenticare che la nicotina è tutt'altro che benefica per il nostro organismo.

I nostri esperimenti hanno monitorato alcuni effetti di questi trattamenti sul cervello, ma è necessario ricordare che la nicotina ha anche importanti effetti sullo sviluppo del sistema nervoso e che un trattamento involontario del feto, del neonato e del bambino con vapori di nicotina ritenuti innocui potrebbe avere conseguenze importanti nel comportamento da adulti di questi soggetti. Non va poi dimenticata l’azione pro-tumorale svolta dalla nicotina e i suoi metaboliti attraverso la liberazione di fattori infiammatori, stimolanti la crescita di cellule tumorali e la sua tossicità cutanea e gastrointestinale. – Cecilia Gotti, Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche

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