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Segnali oltre la galassia e misteriosi rumori sottomarini: civiltà aliene?

Segnali extraterrestri provenienti da una sorgente al di là della via lattea o dal fondo dei mari: Sarà vero?
A cura di Juanne Pili
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Registrati segnali provenienti da fonti extraterrestri. Gli ufologi di mezzo mondo esultano. Recenti scoperte, la cui spiegazione deve essere accertata in maniera rigorosa, portano a pensare che finalmente sia stata trovata la chiave per dimostrare l'esistenza di vita extraterrestre in grado di comunicare messaggi. Paul Scholz, scienziato coinvolto nello studio dei segnali FRB ha recentemente affermato: "Ho capito subito che la scoperta sarebbe molto importante". Faceva riferimento a qualche segnale radio di origine artificiale? Si tratta forse di un tentativo di contatto da parte di abitanti di altri mondi?

Il mistero dei segnali FRB

FRB 121.102

Le “fast radio burst” (raffiche radio veloci) sono impulsi radio la cui durata è nell’ordine dei millisecondi, sono stati captati a distanze astronomiche notevoli, tutt’oggi l’origine non è stata determinata con certezza, molto probabilmente non provengono dalla nostra galassia. Ne danno annuncio su Nature gli astronomi coordinati da Laura Spitler dell’Istituto Max Planck, che da diverse università e osservatori radio hanno potuto studiarli.

Precedenti osservazioni hanno registrato scoppi supplementari della stessa misura di dispersione (trattasi della densità della colonna di elettroni liberi tra sorgente e telescopio) e nella stessa porzione di cielo in cui sono stati rilevati i segnali in questione. La natura non ripetibile di queste esplosioni fanno pensare con tutta probabilità a fenomeni catastrofici. Il segnale “FRB 121.102” – proprio perché si ripete originandosi nello stesso punto – dimostra la presenza di “eventi energetici” all’origine delle esplosioni. Le possibili origini fisiche sono tante; tutte molto più plausibili del messaggio alieno. Per esempio potrebbe trattarsi di una stella di neutroni al di là della Via Lattea.

Non era mai stata osservata la ripetizione di un evento FRB, i ricercatori per essere certi hanno dovuto monitorare la presunta sorgente del lampo radio per diversi mesi. La scoperta potrebbe rappresentare anche la presenza di sorgenti celesti riconducibili ad “emettitori di lampi radio” di natura esotica; detto in parole povere, potrebbe portarci a scoprire nuovi tipi di fenomeni celesti o ad approfondire ulteriormente quelli già noti. Nessuno (come nel caso del “segnale Wow!”) parla di possibili messaggi alieni.

Segnale Wow!

wow_signal

Nel 1977 al radiotelescopio Big Ear (oggi chiuso) viene captato un segnale proveniente dalla costellazione del Sagittario di natura artificiale ed extraterrestre. Il centro di avvistamento esplorava il cielo da una posizione geostazionaria; il messaggio, 30 volte superiore al rumore di fondo e di durata pari a 72s., era proprio quel che ci si sarebbe aspettati da un messaggio “pensato” per essere ricevuto: Il più potente mai recepito da quel radiotelescopio, la larghezza di banda sembrava proprio “ad hoc”, di frequenza pari a 1420Mhz; quella che una civiltà intelligente dovrebbe usare per le comunicazioni interstellari. Tale frequenza è “muta” sulla terra, il messaggio apparentemente non sembra essere partito da alcuna attività terrestre. Così, fino ad oggi si è sempre ritenuta plausibile l’origine aliena. In realtà rimane sempre aperta l’ipotesi  – ben più probabile – che si sia trattato di un segnale radio terrestre riflesso da “detriti spaziali”. A ben vedere nel cosmo qualsiasi cosa potrebbe fungere da specchio; tanta eccitazione per l’eco di un segnale che noi stessi avremmo prodotto.

Messaggi alieni anche dai fondali oceanici

upsweep

Suggestivi suoni noti come “upsweep” hanno ispirato valanghe di teorie, tra cui quella ufologica. formulate dalla comunità scientifica e dagli immancabili teorici del complotto, dopo che alcuni di questi inspiegabili rumori sono stati rilevati dagli idrofoni autonomi del NOAA nel mese di agosto del 1991.

Rilevate dagli idrofoni del NOAA (la National Oceanic and Atmospheric Administration) per la prima volta nel 1991, si spiegano già come ultrasuoni emessi dalle balene, vibrazioni sonore provocate dalle eliche delle imbarcazioni o fenomeni geologici vari. Immancabili “ricercatori indipendenti” (cioè che non vogliono saperne di pubblicare i loro studi in riviste specializzate, sottoponendoli a verifica da parte della comunità scientifica) accusano i biologi marini di nascondere la verità riguardo quelli provenienti dai fondali del Pacifico; si tratterebbe infatti  della  prova dell’esistenza di almeno una base extraterrestre nascosta negli abissi.

“L’esercito potrebbe essere a conoscenza della presenza di tali basi sottomarine anche se gli scienziati ci hanno portato a credere alla grande teoria della vescica natatoria secondo la quale i misteriosi rumori verrebbero prodotti da alcune creature marine di cui si hanno poche informazioni”

Sentenzia così Scott C. Waring dalle pagine del suo blog, Ufo Sightings Daily, noto ai debunker di tutto il mondo per l’alto contenuto di articoli totalmente infondati riguardo le tesi ufologiche. Cosa sono allora questi upsweep?

Registrato per la prima volta dal Pacific Marine Environmental Laboratory del NOAA nell’agosto 1991, è caratterizzato da una lunga serie di suoni a banda stretta, distanziati di diversi secondi l’uno dall’altro. La sorgente è di livello talmente alto che è possibile rilevarli in tutto l’Oceano Pacifico.

Dato il manifestarsi stagionale (primavera e autunno) ci si chiede se sia l'ambiente di propagazione a cambiare o se dipenda dalla fonte stessa. Fatto sta che la sorgente è stata localizzata vicino ad una zona vulcanica.

Non esistono solo gli upsweep. Vi è una lista ben precisa di suoni la cui spiegazione è ancora da chiarire, come i “whistle”, questo non significa che la spiegazione più plausibile sia l’esistenza di basi extraterrestri. Spesso e volentieri la soluzione più semplice è quella giusta, non di meno chi ritiene di trovare in ogni buco nella conoscenza umana la prova di tesi già ampiamente smentite in altri fronti, ha l’onere di presentare dati notevoli e documentati, evitando di sottrarsi al meccanismo della peer review, che consiste semplicemente nel mettere in comune le proprie scoperte con altri ricercatori. Altrimenti possiamo sostenere tutto e il suo contrario.

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