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Se gli alieni utilizzassero le nostre tecniche per cercarci, non ci riuscirebbero facilmente

Sfruttando la tecnica del transito orbitale, quella utilizzata per scovare gli esopianeti, un’ipotetica civiltà aliena avrebbe non poche difficoltà a trovare la Terra nel Sistema solare. Ecco perché.
A cura di Andrea Centini
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Un team di astronomi dell'Università della Regina di Belfast e del Max Planck Institute (Germania) ha calcolato quante probabilità avrebbe un'ipotetica civiltà aliena di scoprire l'esistenza della Terra, utilizzando la stessa tecnica che adottiamo noi per andare ‘a caccia' di esopianeti abitabili. La risposta finale è “non molte”. Che questo sia un bene o un male è tutto da verificare, dato che dipenderebbe dalle intenzioni degli extraterrestri. Ma procediamo con ordine.

Il metodo più efficace per intercettare un esopianeta è quello del cosiddetto ‘transito orbitale'. In parole semplici, attraverso il moto di rivoluzione orbitale un pianeta proietta la sua ombra sulla stella di riferimento; analizzando tali variazioni di luminosità sull'astro è possibile verificare la presenza del pianeta stesso. Maggiore è la sua vicinanza alla stella e maggiori sono anche le probabilità di individuarlo. L'ingegnoso sistema è diventato celebre con la presentazione dei sette pianeti che orbitano attorno alla stella Trappist-1, e in particolar modo dei tre nella fascia abitabile.

I ricercatori hanno voluto ribaltare il punto di osservazione e mettersi nei panni di alieni in cerca di pianeti attorno al Sole. Innanzitutto, per loro sarebbe molto più facile trovare Mercurio, Marte, Venere e Terra rispetto ai giganti gassosi Saturno e Giove, sebbene questi ultimi siano decisamente più grandi. Ciò è legato al fatto che i quattro pianeti rocciosi sono molto più vicini alla stella. Gli scienziati, coordinati dal dottor Robert Wells, hanno poi immaginato un punto di osservazione qualsiasi al di fuori del Sistema solare, calcolando le probabilità di individuare uno o più di questi pianeti. Dall'elaborazione dei dati è emerso che le probabilità di osservare almeno un pianeta in transito sono del 2,518 percento; dello 0,229 percento di individuarne due e dello 0,027 percento per tre pianeti.

La fascia indica i punti dove sarebbe agevolata l'osservazione dei pianeti nel Sistema solare - Credit: 2MASS / A. Mellinger / R. Wells
La fascia indica i punti dove sarebbe agevolata l'osservazione dei pianeti nel Sistema solare – Credit: 2MASS / A. Mellinger / R. Wells

Per la Terra, dieci esopianeti ipotetici (non ancora scoperti) sarebbero nella posizione più favorevole per determinare la sua posizione in base al transito orbitale. Fra gli esopianeti scoperti sino ad oggi, 66 permetterebbero di osservare il transito orbitale di più pianeti del Sistema solare, mentre nove di essi avrebbero una posizione privilegiata per scoprire la Terra. Si tratti tuttavia di corpi celesti inadatti a ospitare la vita, perlomeno quella che conosciamo noi.

Insomma, trovare la Terra con la stessa tecnica che utilizziamo noi è tutto fuorché semplice, ma ciò non esclude che l'ipotetica civiltà estraterrestre possa disporre di tecnologie infinitamente più avanzate delle nostre. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.

[Credit cover: NASA]

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