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Saturno, Cassini accarezza le nubi del pianeta: le ultime manovre prima del tuffo finale

Dopo circa 20 anni trascorsi nello spazio e tredici nell’orbita di Saturno, la sonda Cassini entra nella fase critica del “Gran Finale”, gli ultimi passaggi ravvicinati sulle nubi del gigante gassoso che potrebbero rilevarci i suoi segreti.
A cura di Andrea Centini
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La sonda Cassini, che orbita attorno a Saturno dal 2004, nel mese di aprile è entrata ufficialmente nel cosiddetto “Gran Finale”, una serie di ardite manovre tra gli anelli e l'atmosfera del pianeta, ma solo adesso ha iniziato a trasformarsi nella prima vera e propria “sonda atmosferica” del gigante gassoso. Lo scorso 14 agosto, infatti, Cassini ha compiuto un passaggio a soli 1.500 chilometri di altezza dalle nubi di Saturno, un volo radente – e pericoloso per la sua integrità – che gli scienziati hanno sfruttato per “catturare” preziosissimi campioni con i sensibili sensori equipaggiati sulla sonda. I risultati, in grado di spalancare nuove porte nella conoscenza del “Signore degli Anelli”, giungeranno nei prossimi giorni.

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Quella appena effettuata è tuttavia solo la prima delle ultime cinque azzardatissime manovre ravvicinate, che culmineranno nel tuffo finale – nell'atmosfera del pianeta – previsto per il prossimo 15 settembre. La sonda sta infatti terminando il suo carburante, dopo ben venti lunghi anni di avventura nello spazio (partì alla volta di Saturno il 15 ottobre del 1997), e gli scienziati della NASA hanno deciso di sfruttare quello che residuo per le analisi scientifiche più pericolose e all'avanguardia. Del resto, il rischio che Cassini (dal costo di oltre 3 miliardi di dollari) venga investita e distrutta dai detriti è molto maggiore durante questi fly-by radenti, per questo sino ad oggi erano stati accuratamente evitati.

Credit: NASA / JPL-Caltech / Space Science Institute
Credit: NASA / JPL-Caltech / Space Science Institute

Poiché non è nota la densità dell'atmosfera del pianeta, volando a un'altezza di appena 1.500 chilometri la sonda potrebbe aver avuto bisogno di usare parte del propellente rimasto per rispondere alle turbolenze. In base ai risultati, gli scienziati decideranno se ridurre di altri 200 chilometri l'altezza nel prossimo passaggio, al fine di ottenere campioni atmosferici ancor più precisi. È noto che Saturno sia composto fondamentalmente da idrogeno (95 percento) seguito dall'elio, e questi voli radenti permetteranno di capire meglio rapporti e concentrazioni dei vari elementi della sua atmosfera.

Illustrazione di NASA / JPL-Caltech
Illustrazione di NASA / JPL-Caltech

“È stato a lungo un obiettivo dell'esplorazione planetaria quello di inviare una sonda dedicata allo studio dell'atmosfera di Saturno, e con questi passaggi stiamo mettendo le basi per l'esplorazione futura”, ha sottolineato la professoressa Linda Spilker del Jet Propulsion Laboratory della NASA, tra i ricercatori impegnati nella missione di Cassini. Tra le altre importanti informazioni attese dagli scienziati vi sono anche quelle sui campi magnetici e sulla gravità, parametri difficili da ottenere per un pianeta distante un miliardo di chilometri dalla Terra. Non ci resta che attendere i risultati delle analisi effettuate durante questi affascinanti sorvoli.

[Credit: NASA]

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