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Ricercatori contro lo spot anti-vivisezione di Almo Nature (VIDEO)

Definire “crudeltà” e “delitto senza firma” una pratica ammessa dalle normative europee è, secondo un gruppo di ricercatori, denigratorio e diffamatorio.
A cura di Redazione Scienze
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La pubblicità anti-vivisezione che rappresenta una scimmia che piange, alla catena e dietro le sbarre, violerebbe il Codice di Autodisciplina della comunicazione commerciale e, in particolare, l'articolo 14. Qui, infatti, si vieta "ogni denigrazione delle attività, imprese o prodotti altrui, anche se non nominati"; principio violato, secondo l'associazione per la ricerca scientifica "Gruppo 2003", dalla stigmatizzazione della sperimentazione sugli animali come "crudeltà" e "delitto senza firma". L'istanza di sospensione della pubblicità è stata dunque presentata all'Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria

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Lo spot in questione è quello di Almo Nature, un'azienda che produce alimenti per animali e che, attraverso la pubblicità in questione, ha promosso una raccolta di firme contro la sperimentazione animale. Il Gruppo 2003, senza entrare nel merito dell'iniziativa, ha tuttavia osservato che la ricerca scientifica "è prevista dalle normative attuali e addirittura obbligatoria prima di immettere un farmaco in commercio. Definire questa attività crudele e un delitto lede gravemente l’onorabilità e la dignità delle decine di migliaia di ricercatori italiani quotidianamente impegnati nella lotta a gravi malattie tra cui il cancro, la sclerosi laterale amiotrofica (Sla), le leucemie infantili, le malattie genetiche, l’Hiv, e molte altre. E’ sicuramente denigratorio e probabilmente anche diffamatorio chiamare crudeltà".

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