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Quali sono i luoghi più inquinati del Pianeta?

Lo rivela un rapporto realizzato grazie alla collaborazione tra Blacksmith Institute e Green Cross Switzerland, indicando i punti più desolatamente devastati dalla mano dell’uomo.
A cura di Nadia Vitali
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fiume Citarum, Indonesia.
fiume Citarum, Indonesia.

Non sorprenderà sapere che le aree più avvelenate in assoluto – quelle "da record", al top in una macabra classifica di devastazione e morte – siano tutte concentrate in Paesi caratterizzati da reddito medio e basso: per i 200 milioni di individui che hanno la disgrazia di condividere lo spazio della propria esistenza con metalli pesanti, radiazioni, rifiuti tecnologici, materie plastiche e diossine, la vita può trasformarsi facilmente in mera sopravvivenza. La salute di ciascuno è a grave rischio ma, al contempo, un intervento su tali livelli di contaminazione sembra ancora una possibilità distante anni luce dalla realtà di miseria e degrado a cui sono abbandonate queste zone sventurate.

1 – Agbogloboshie, Ghana

Secondo il rapporto nato dalla collaborazione tra Blacksmith Institute e Green Cross Switzerland, intitolato Top Ten Toxic Threats in 2013: Cleanup, Progress, and Ongoing Challenges e pubblicato da Worst Polluted, il primato come località più inquinata del mondo spetterebbe ad Agbogbloshie, periferia di Accra, capitale del Ghana. Lì si colloca la discarica, più o meno metaforicamente, dell'intero mondo occidentale: ogni anno, circa 215.000 tonnellate di e-waste provenienti soprattutto dall'Europa occidentale, vengono qui depositate, andandosi a sommare alle già enormi quantità di rifiuti locali. In particolare, nel sito di stoccaggio si recuperano metalli e componenti utili ricavabili dai dispositivi elettronici che costituiscono la parte più massiccia dei rifiuti della discarica: i rivestimenti in plastica di cavi e fili di rame vengono successivamente bruciati per ovviare ai problemi di spazio, utilizzando anche il polistirolo degli imballaggi come combustibile. I metalli pesanti così viaggiano nei fumi neri che vengono respirati dalle oltre 40.000 persone che vivono ai margini di questa area.

2 – Chernobyl, Ucraina

Nonostante se ne senta parlare di meno, e nonostante i tentativi, poco è accaduto da quel lontano 1986 che abbia potuto modificare la condizione di grave contaminazione della cittadina ucraina: nonostante i quasi trent'anni trascorsi da allora, con un disastro chiamato Fukushima nel frattempo, l'incidente della centrale di Chernobyl rimane il più grave della storia. Gli esami recenti indicano come i 150.000 chilometri quadrati circostanti siano ancora contaminati dagli isotopi radioattivi (come il cesio 137), rilasciati dall'esplosione del reattore in quella notte del 26 aprile: del resto, all'epoca dal nord dell'Ucraina la radioattività si spinse sul 40% dell'Europa e raggiunse Asia, Africa settentrionale e Nord-America.

Bambole abbandonate in un asilo, nella città fantasma di Pripyat
Bambole abbandonate in un asilo, nella città fantasma di Pripyat

3 – Fiume Citarum, Indonesia

Il Citarum River è un emblema dell'inquinamento a partire dalle fotografie per cui è noto in tutto il mondo: il fiume più inquinato della Terra scorre sull'isola di Giava, coprendo un'area di circa 13.000 chilometri quadrati che forma un bacino nel quale vivono almeno nove milioni di persone. Fornisce l'80% dell'acqua di Giacarta e provvede all'irrigazione di numerose fattorie dove si coltiva il riso. La contaminazione è presente sotto forma di piombo, cadmio, cromo, pesticidi e proviene sia dagli scarichi domestici sia, soprattutto, dalle molte industrie che si affacciano lungo il corso del fiume. In ogni caso, pare che ci sia una debole speranza: il governo indonesiano si è recentemnte impegnato a mettere a punto un piano di investimenti, per circa 3,5 miliardi di dollari, per ripulire il fiume. Che forse non tornerà ad essere una meraviglia della natura, ma quanto meno potrebbe cessare di essere un pericolo costante per milioni di individui.

4 – Dzeržinsk, Russia

Fu uno dei pi importanti poli industriali dell'Unione Sovietica e, di conseguenza, discarica per oltre sessant'anni. Tra il 1930 e il 1998 almeno 300.000 tonnellate di rifiuti chimici vennero interrati in tutta la regione circostante, contaminando anche le falde acquifere, dove le ultime analisi hanno identificato fino a 190 sostanze chimiche differenti. Tali immissioni tossiche sono un pericolo potenziale per tutta la popolazione della cittadina, composta da circa 245.000 individui, i cui abitanti hanno un'aspettativa media di vita di 47 anni per le donne e 42 anni per gli uomini; le alte concentrazioni di fenolo hanno causato un incremento di diverse patologie, tra cui tumori agli occhi, ai polmoni, ai reni.

 5 – Hazaribagh, Bangladesh

In Bangladesh sono registrate 270 concerie, il 90/95% delle quali collocate ad Hazaribagh sui circa 25 ettari che costituiscono il paese. La gran parte degli stabilimenti ricorrono a metodi di lavorazione vecchi ed inefficienti, impiegando tra gli 8.000 e i 12.000 lavoratori. Ogni giorno, le concerie scaricano 22.000 litri cubi di rifiuti tossici nel Buriganga, il fiume principale di Dhaka, riserva idrica chiave per il Paese. Le acque sono così ricche di cromo esavalente e di altri materiali cancerogeni e passano in prossimità delle case degli operai, con il loro flusso di veleni. I riciclatori illegali di cuoio, inoltre, sono soliti bruciare gli scarti della pelle lavorata, avvelenando pesantemente anche l'aria. Negli abitanti di Hazaribagh si riscontrano alti tassi di malattie respiratorie e dermatologiche.

6- Kabwe, Zambia

Nella seconda città più grande dello Zambia, collocata a circa 150 chilometri dalla capitale Lusaka, uno studio condotto nel 2006 rilevò che, in media, nel sangue dei bambini era presente una quantità di piombo superiore ai livelli raccomandati dalle cinque alle dieci volte. La contaminazione è stata la naturale conseguenza delle attività estrattive dell'intera regione, iniziate nel 1902 con la scoperta di ricchi giacimenti e continuate per oltre novant'anni, nella totale assenza di regolamenti e norme, con drammatiche conseguenze sulla salute degli abitanti. Attualmente la miniera è chiusa, ma illegalmente si continuano a raccogliere i residui, con il conseguente rilascio nell'aria di polveri tossiche.

7 – Kalimantan, Indonesia.

In quest'area della penisola indonesiana del Borneo che comprende cinque province, vengono immesse nell'atmosfera immense quantità di mercurio a causa dei metodi tradizionali di raccolta dell'oro: aggiungendo mercurio liquido ai minerali, infatti, si forma un'amalgama che successivamente viene fatta bruciare in rudimentali attrezzi per la fusione. Molti tra questi "minatori" artigianali, portano a termine le operazioni nelle proprie stesse abitazioni; inoltre il mercurio ritorna agli stessi abitanti sotto forma di acqua e nei pesci di cui si nutrono. Tale tecnica è responsabile dell'ingresso nell'aria di oltre 1.000 tonnellate all'anno di mercurio, circa il 30% del totale delle immissioni antropogeniche di questo elemento.

Uno dei ricorrenti panorami di devastazione di Kalimantan, agosto 2013
Uno dei ricorrenti panorami di devastazione di Kalimantan, agosto 2013

8 – Rio Matanza-Riachuelo, Argentina

Si stima che oltre 15.000 industrie siano attive e rilascino sostanze nel Rio Matanza-Riachuelo, 60 chilometri di lunghezza che tagliano 14 municipalità dei Buenos Aires: in particolare, le manifatture chimiche sarebbero responsabili di un terzo dell'inquinamento. Circa il 60% delle 20.000 persone che risiedono in prossimità del bacino fluviale vivono in un territorio giudicato inadatto per gli esseri umani; indagini sui campioni delle acque prelevate hanno valutato che l'80% di queste sono contaminate e dunque, non potrebbero essere bevute, mentre nel suolo è presente una livello medio di cromo ben oltre la soglia di allarme degli standard internazionali. Malattie respiratorie e tumori sono le più gravi emergenze sanitarie associate alle numerose industrie che si affacciano sul corso del fiume.

9 – Delta del Niger, Nigeria

L'area del Delta del Niger, altamente popolata, si estende per circa 70.000 chilometri, costituendo circa l'8% del territorio nigeriano. Fortemente inquinata dal petrolio, è stato il sito dove ha avuto luogo il maggior numero di operazioni estrattive a partire dalla fine degli anni '50. Tra il 1976 e il 2001, inoltre, si sono verificati quasi 7.000 incidenti legati alla fuoriuscita del petrolio, gran parte del quale non è mai stato recuperato. Attualmente in media si riversano nelle acque del delta circa 240.000 barili di greggio all'anno a causa di problemi tecnici, sabotaggi ed altre cause ignote. La devastazione derivante da ciò non ha riguardato soltanto l'ambiente, ma tutte le comunità che tradizionalmente dipendevano da agricoltura e pesca per la propria sopravvivenza, portando ad un incremento dei casi di tumore ed infertilità e al drammatico aumentare dei tassi di malnutrizione infantile.

Secondo un recente rapporto delle Nazioni Unite, saranno necessari almeno trent'anni ed un miliardo di dollari per tentare di bonificare l'area del delta del Niger
Secondo un recente rapporto delle Nazioni Unite, saranno necessari almeno trent'anni ed un miliardo di dollari per tentare di bonificare l'area del delta del Niger

10 – Norilsk, Russia

Fondata nel 1935 come città industriale, questo centro siberiano al di sopra del Circolo Polare Artico ospita il più vasto complesso di fonderie del mondo che ogni anno rilascia nell'aria 500 tonnellate di ossidi di rame e nichel e due milioni di tonnellate di diossido di zolfo: l'aspettativa di vita dei suoi 135.000 abitanti è, dunque, inferiore di dieci anni rispetto alla già bassa media russa. La maggior parte delle vittime da inquinamento è in età infantile: è stato rilevato come i bambini del distretto si ammalino circa una volta e mezzo in più rispetto a quelli delle aree circostanti; il massiccio avvelenamento ha alzato fortemente i tassi di tumori al polmone e all'apparato digerente. Recenti investimenti stanziati mirano a risanare l'area ma la contaminazione è ancora troppo radicata per assistere a margini di miglioramento.

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