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“Pandemia epica”, l’allarme degli esperti contro la mutazione dell’H5N1

Il mondo scientifico si divide tra chi promuove la mutazione in laboratorio del virus dell’aviaria e chi, invece, la osteggia: “Creare un virus più forte potrebbe causare una pandemia epica”. Intanto prosegue la ricerca.
A cura di Redazione Scienze
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I team di Ron Fouchier della Erasmus Medical Centre di Rotterdam e di Yoshihiro Kawaoka della University of Wisconsin-Madison annunciarono nel 2011 la mutazione in laboratorio del virus H5N1. Dopo pochi mesi, a gennaio del 2012, furono fermati da una moratoria di due mesi, trascorsi i quali si decise di sospendere l'attività a tempo indefinito. All'inizio di quest'anno il contrordine: vengono riprese le ricerche per la creazione in laboratorio di una mutazione del virus. La disputa, però, non finisce qui, perché un gruppo di scienziati si è opposto e ha invitato il Presidente degli Usa a rivedere la decisione di creare un ceppo altamente infettivo dell'H5N1. I firmatari della lettera recapitata ad Obama sono 17 e includono nomi di prestigio quali il professor Marc Lipsitch, esperto di malattie infettive all'Università di Harvard, Sir Richard Roberts, che ha vinto il Premio Nobel nel 1993 per l'opera pionieristica nel campo della genetica, il professor Robin Weiss, virologo britannico distintosi nelle ricerche sull'HIV, il professor Michael Lederman della Case Western Reserve University di Cleveland e Joshua Plotkin della University of Pennsylvania.

L'obiettivo della ricerca finalizzata a mutare il virus è la comprensione dello sviluppo non solo dell'aviaria, ma anche di altre malattie più pericolose. Studiando l'H5N1 in laboratorio, dunque, gli studiosi si augurano di poterne comprendere l'evoluzione passata e anticipare quella futura. Nella lettera pubblicata all'inizio di gennaio, i 40 scienziati spiegavano che si era ricevuta l'approvazione al proseguimento della ricerca perché "studiare le modalità di trasmissione del virus H5N1 e l'adattamento dei virus influenzali nei mammiferi è essenziale per la preparazione a un'eventuale pandemia".

La pandemia potrebbe essere causata dalla stessa sperimentazione, rispondono i 17 scienziati che hanno inoltrato le proprie osservazioni alla Commissione presidenziale degli Usa per bypassare il National Institutes of Health che ha regolato finora il dibattito sull'argomento. Permettere questa ricerca rappresenterebbe per gli scienziati una decisione "moralmente ed eticamente sbagliata", anche per le possibili conseguenze devastanti:

Il rilascio accidentale nella comunità del virus H5N1 – creato artificialmente, generato in laboratorio e trasmissibile tra gli uomini – ha il potenziale di causare una pandemia globale di proporzioni epiche che farebbe impallidire la pandemia del 1918, l'influenza spagnola che ha ucciso oltre 50 milioni di persone.

La trasmissione dell'H9N7 al genere umano potrebbe rappresentare un'evoluzione naturale dello stesso virus, dal momento che questo ceppo dell'aviaria si era riscontrato solo nel pollame. Le notizie provenienti dalla Cina, tuttavia, non sono sufficienti a sbrogliare la matassa intricata delle ricerche sull'H5N1. Per chi ne promuove la mutazione in laboratorio i decessi cinesi potrebbero rappresentare la conferma dell'urgenza dello ricerca; per i detrattori un oscuro presagio di quello che potrebbe diventare il futuro.

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