215 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Lo spray che ripara il cuore dopo un infarto è realtà: come funziona

Lo spray si basa su biomateriali che vengono letteralmente spruzzati sul cuore, creando uno strado uniforme di gel piastrinico. Oltre a riparare il tessuto riduce le disfunzioni provocate dall’infarto.
A cura di Andrea Centini
215 CONDIVISIONI
spray

Un team di ricerca internazionale guidato dall'Università della Carolina del Nord ha sviluppato uno spray in grado di ‘riparare' il cuore dopo l'infarto del miocardio, una delle cause di morte più diffuse al mondo. Gli studiosi, coordinati da Adam Vandergriff e Junnan Tang, al momento lo hanno testato con successo sui modelli murini (topi), ma sono convinti che esso possa essere molto efficace anche sugli esseri umani, in sostituzione dei cosiddetti cerotti terapeutici rigenerativi, che tuttavia richiedono un complesso intervento toracico per essere applicati e un approccio generalmente invasivo.

spray

Lo spray è basato su biomateriali che vengono letteralmente spruzzati sul cuore danneggiato, i quali formano uno strato uniforme di gel piastrinico di fibrina chiamato ‘patch cardiaco'; quest'ultimo aiuta a guarire il tessuto senza alcuna necessità di punti di sutura o colle mediche, come è stato descritto nell'articolo “A Regenerative Cardiac Patch Formed by Spray Painting of Biomaterials Onto the Heart” pubblicato sulla rivista scientifica specializzata Tissue Engineering, Part C.

Tra le caratteristiche peculiari del gel piastrinico vi è il fatto che esso possa essere utilizzato anche per il rilascio di farmaci e fattori di crescita in grado di catalizzare la riparazione del cuore. Un tale approccio, oltre a promuovere i processi rigenerativi, nei topi è riuscito anche a ridurre sensibilmente le disfunzioni – come l'insufficienza cardiaca – provocata dall'infarto del miocardio. Il biomateriale, dopo aver aderito al cuore, si degrada col tempo senza lasciare alcuna traccia di materiali tossici: “Questo metodo basato sullo spray è un ottimo esempio di come l'ingegneria dei tessuti si è evoluto dal 1990”, ha sottolineato il professor John A. Jansen, direttore del Dipartimento di Biomateriali presso il Radboud University Medical Center (Olanda) e uno dei coautori dello studio. La speranza è che esso possa essere presto approvato per l'ambito clinico e dunque nel trattamento dei pazienti.

[Foto di wikipedia]

215 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views