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Queste alghe illuminano di blu il mare: cosa succede di notte in Salento

Le alghe Noctiluca scintillans illuminano il mare del Salento. Che cosa sono e cos’è il fenomeno della bioluminescenza.
A cura di Zeina Ayache
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Il Salento si tinge di blu fosforescente, come dimostrano le immagini che stanno facendo il giro del web in queste ore. Gli scatti mostrano il mare di Torre Uluzzo, una torre che si trova nel comune di Nardò, nel Salento, nella notte tra sabato 25 e domenica 26 marzo. Ma come mai l'acqua è di questo colore? Il motivo è la presenza di una tipologia di alghe la cui caratteristica è proprio la bioluminscenza. Vediamo di cosa si tratta e se è pericoloso per la nostra salute.

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Le alghe considerate responsabili dell'illuminazione e colorazione del mare sono le Noctiluca scintillans, che abbiamo già conosciuto lungo le rive di Hong Kong. Conosciute anche come ‘Fuoco di Mare', queste alghe sono molto piccole (tra i 200 e i 2000 µm) e tondeggianti e, in natura, si presentano o rosse o verdi, le prime si nutrono di diatomee e uova di pesce che fagocitano nei vacuoli, le seconde invece si nutrono di plancton e vivono in simbiosi con altre alghe fotosintetiche.

Queste alghe abbondano di solito dove la temperatura dell'acqua è alta e ad esse è associato anche il fenomeno delle maree rosse, quando cioè il numero delle alghe aumenta improvvisamente (bloom o floritura algale).

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Ma perché si illuminano? Quando parliamo di bioluminescenza, ci riferiamo a quel fenomeno per cui alcuni organismi viventi emettono luce in seguito a reazioni chimiche che convertono l'energia chimica in luminosa. Per quanto riguarda le Noctiluca scintillans, la bioluminescenza è data dall'ossidazione di una luciferina catalizzata dall'enzima luciferasi.

Parlando di tossicità e pericolosità, nel caso del Salento non sembrerebbero esserci rischi, ma bisogna considerare che questa alghe rilasciano ammoniaca e consumano ossigeno, di conseguenza potrebbero rappresentare un danno per i pesci che, infatti, tendono ad evitare le zone di fioritura.

[Foto di Quintino Mita]

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