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L’agopuntura funziona contro il dolore: la scienza spiega come e perché

Grazie allo sviluppo di un dispositivo in grado di campionare biomolecole in punti specifici della pelle, ricercatori americani hanno scoperto che l’agopuntura favorisce il rilascio di monossido di azoto o ossido nitrico, che a sua volta catalizza i processi di riduzione del dolore.
A cura di Andrea Centini
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Un team di ricerca dell'istituto LA BioMed di Los Angeles ha scoperto che l'agopuntura, la tecnica di medicina alternativa utilizzata in Cina sin dall'antichità, è efficace contro il dolore perché promuove il rilascio di monossido di azoto, conosciuto anche come ossido nitrico (formula NO). Nei punti della pelle dove vengono inseriti gli aghi, gli studiosi hanno infatti riscontrato livelli elevati di questa molecola, che oltre ad aumentare il flusso sanguigno favorisce il rilascio di sostanze analgesiche. Tutto questo, in associazione con la tipica sensazione di calore che emerge nelle aree trattate, contribuisce a una sensibile riduzione del dolore cronico.

Sebbene la tecnica venga utilizzata da tempo, il reale funzionamento dell'agopuntura sino ad oggi era una sorta di mistero, e i ricercatori americani, coordinati dal professor Sheng-Xing Ma, sono riusciti a svelarlo grazie a uno strumento in grado di ‘osservare' cosa accade nei punti dove gli aghi vengono inseriti e maneggiati. “Il nostro laboratorio ha sviluppato un dispositivo non invasivo e indolore che può campionare biomolecole umane su regioni specifiche della pelle”, ha sottolineato il coordinatore della ricerca. “Con questo strumento – ha proseguito il professor Ma – siamo stati in grado di ottenere la prima prova che l'ossido nitrico viene liberato in concentrazioni superiori dalla superficie della pelle utilizzando la corretta metodologia di agopuntura e l'uso del calore”.

Le tecniche di agopuntura non sono infatti tutte uguali, e quella in cui gli aghi vengono inseriti in maniera non sistematica e codificata (la cosiddetta agopuntura sham) è stata protagonista dei risultati clinici peggiori nei vari studi. Per dimostrarne l'effettiva differenza di efficacia e verificare i livelli di monossido di azoto nelle aree trattate, Ma e colleghi hanno coinvolto 25 uomini e donne con un'età compresa tra i 18 e i 25 anni, e li hanno tutti sottoposti a una doppia sessione di agopuntura da 20 minuti ciascuna, adottando le due tecniche distinte.

Nella prima, gli aghi sono stati manipolati e inseriti a velocità e ritmo moderati, e successivamente sono stati scaldati attraverso la conduzione elettrica. Nella seconda fase è stato invece applicato il ‘metodo di riduzione', con aghi inseriti ad alta frequenza e forza. Dai risultati, i cui dettagli sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Evidence-based Complementary and Alternative Medicine, è emerso che con la prima tecnica i livelli di monossido di azoto sono saliti sensibilmente, mentre con la seconda sono diminuiti.

Recentemente un nuovo studio condotto da ricercatori della School of Health and Biomedical Sciences presso la RMIT University di Melbourne ha dimostrato che, in pronto soccorso, l'agopuntura risulta essere efficace contro il dolore acuto esattamente quanto i farmaci antidolorifici.

[Foto di hamiltonpaviana]

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