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L’agopuntura contrasta il dolore come i farmaci

Nel più grande studio clinico mai condotto sull’agopuntura, che ha visto il coinvolgimento di oltre 500 pazienti australiani, è stato dimostrato che contro il dolore acuto questa pratica è efficace quanto i farmaci analgesici.
A cura di Andrea Centini
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L'agopuntura, la medicina alternativa di origine cinese basata sull'inserimento di aghi nel corpo del paziente, in pronto soccorso risulta essere efficace contro il dolore acuto esattamente quanto i farmaci antidolorifici. Lo dimostra un nuovo studio condotto da ricercatori della School of Health and Biomedical Sciences presso la RMIT University di Melbourne su oltre 500 pazienti, accolti in quattro distinti ospedali australiani (Alfred Hospital, Cabrini Malvern, Epworth Hospital e Northern Hospital) tra gennaio 2010 e dicembre 2011.

Gli studiosi, coordinati dal professor Marc Cohen, hanno coinvolto nella ricerca pazienti giunti in pronto soccorso per il dolore intenso provocato da lombalgia, emicrania e distorsione alla caviglia. Tutti quanti hanno dovuto dare una valutazione numerica al dolore sopportato su una scala fino a 10. I pazienti con punteggi da 4 in su sono stati suddivisi in tre distinti gruppi, trattati in modo diverso: il primo con agopuntura; il secondo con agopuntura e farmaci e il terzo solo con antidolorifici.

Sebbene dopo un'ora di trattamento l'80 percento dei pazienti abbia continuato a sentire dolore con un valore di almeno 4, dopo 48 ore la stragrande maggioranza ha sottolineato di sentirsi meglio. L'82,8 percento dei pazienti curati con agopuntura ha detto che avrebbe probabilmente o sicuramente ripetuto il trattamento, contro l'80,8 percento del gruppo trattato con farmaci e agopuntura e il 78,2 percento di quello che ha assunto i soli antidolorifici. I risultati della ricerca, il più grande studio clinico mai condotto sull'agopuntura, suggerisce dunque che questa pratica può rappresentare una validissima alternativa ai normali farmaci analgesici, soprattutto per quei pazienti che per varie ragioni non possono assumere antidolorifici. I dettagli dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Medical Journal of Australia.

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