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Il pianeta di Luke Skywalker esiste davvero: Tatooine è a mille anni luce da noi

Osservati gli indizi della formazione di un pianeta roccioso attorno a una coppia di stelle, una nana bianca e una nana bruna. Il sistema binario si trova a mille anni luce da noi.
A cura di Andrea Centini
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Sistema binario

Un team di astronomi dello University College of London ha scoperto gli indizi di un pianeta roccioso in formazione attorno a una coppia di stelle, una nana bianca e una nana bruna appartenenti al sistema SDSS 1557, sito a ben mille anni luce da noi. Tenendo presenti i miliardi di stelle nell'Universo e relativi esopianeti, potrebbe apparire una scoperta decisamente poco significativa, ciò nonostante è la prima volta che vengono individuate tracce di un corpo celeste di questo genere orbitare attorno a un sistema binario di stelle.

Illustrazione del sistema binario SDSS 1557
Illustrazione del sistema binario SDSS 1557

I pianeti che orbitano attorno a due stelle – tecnicamente chiamati circumbinari – non sono rari, come hanno dimostrato le scoperte di Kepler-34 b e Kepler-35 b ad opera dell'omonimo telescopio spaziale, ma si trattava sempre di giganti gassosi analoghi ai ‘nostri' Giove e Saturno, e non pianeti rocciosi. Il nuovo esopianeta in formazione è dunque un gemello dell'immaginario e desertico Tatooine di Star Wars, il pianeta natale di Luke Skywalker, che in una celebre sequenza del film mostra uno spettacolare tramonto con due soli.

Analizzando i dati su SDSS 1557, il team di ricerca coordinato dal professor Jay Farihi ha scoperto una fascia di polveri e detriti ricchi di metalli e semimetalli, in particolar modo magnesio e silicio, che suggeriscono la presenza del pianeta in formazione. A causa della grandissima distanza però, con la strumentazione attualmente disponibile è impossibile avere una conferma diretta della sua presenza, e molto probabilmente ne sapremo di più con il lancio in orbita dei futuri telescopi spaziali. “La nascita di pianeti rocciosi che orbitano attorno a due soli è una vera e propria sfida – ha sottolineato l'autore princincipale dello studio – perché la gravità di entrambe le stelle è terrificante e ciò impedisce ai frammenti di roccia e polvere di compattarsi formando dei veri e propri pianeti”. I dettagli dell'affascinante scoperta sono stati pubblicati su Nature Astronomy.

[Illustrazione di NASA Blueshift]

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