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Il fiume Gange ha gli stessi diritti di un essere umano: la storica ordinanza spiega perché

Chi si renderà responsabile dell’inquinamento del Gange e del suo affluente Yamuna, d’ora in avanti innanzi alla legge verrà giudicato come se avesse inflitto una ferita a un altro essere umano.
A cura di Andrea Centini
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Con una storica ordinanza firmata dall'Alta Corte dell'Uttarakhand, uno Stato federato dell'India settentrionale, il fiume Gange e il suo principale affluente, il fiume Yamuna lungo 1.370 chilometri, sono stati ‘promossi' legalmente a persone giuridiche, ovvero, d'ora in poi per la legge saranno a tutti gli effetti equiparati a un'entità vivente. Ciò significa che qualora li si inquinasse o in qualche modo si arrecassero danni agli equilibri ecologici, si verrà giudicati alla stregua dei soggetti che si macchiano del ferimento di un'altra persona. È la prima volta che in India un fiume viene equiparato legalmente a un essere umano, ma non si tratta di un tipo di sentenza del tutto inedita. Basti pensare che soltanto una settimana fa il Parlamento della Nuova Zelanda aveva adottato un'analoga misura per il fiume Whanganui, considerato sacro dalle tribù Maori, il cui strettissimo legame con la terra è del tutto anologo a quello dei vicini aborigeni australiani.

A causa del fortissimo livello di inquinamento in cui versano i due corsi d'acqua indiani, così elevato che in alcuni tratti non è più sostenibile nemmeno la vita, le autorità locali hanno deciso di prendere una drastica decisione per impedire ulteriori sversamenti di sostanze nocive. Si stima che nel solo Gange, ritenuto sacro da un miliardo di indù, finiscano ogni giorno 1,5 miliardi di litri di liquami e 500 milioni di rifiuti industriali. Si tratta di un problema enorme anche per la potabilità dell'acqua, che viene trattata con sofisticati impianti di depurazione per essere resa bevibile a milioni di cittadini.

Sulla carta firmata nella Giornata mondiale dell'acqua si legge che "gli indù hanno una profonda fede" nei due fiumi, e che essi risultano “centrali per l'esistenza della metà della popolazione indiana ”. Poiché Il Gange e lo Yamuna “respirano, sostengono e vivono con le diverse comunità”, è doveroso conferirgli lo status di persona vivente/entità legale. Nonostante i buoni propositi, per alcuni si tratta solo di un'operazione simbolica e che per i due corsi d'acqua cambierà poco o nulla, dato che sono già in vigore leggi di tutela sufficientemente rigide.

[Foto di Kraigseder]

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