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Il cuore umano si può autoriparare? Nuove speranze da un invertebrato marino

Studiando i geni di un anemone di mare, noto per la sua capacità di autorigenerarsi, i ricercatori sperano di poter spingere le cellule muscolari del tessuto cardiaco a compiere lo stesso processo, attivando una vera e propria autoriparazione.
A cura di Andrea Centini
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Biologi dell'Università della Florida hanno dimostrato che studiando i geni del peculiare anemone Nematostella vectensis, un invertebrato marino, un giorno potremmo riuscire a capire come spingere le cellule del nostro cuore a rigenerarsi, promuovendo un virtuoso processo di ‘autoguarigione'. Benché possa sembrare una teoria al limite della fantascienza, gli studiosi coordinati dal professor Mark Martindale, direttore del Whitney Lab for Marine Bioscience di St. Augustine, l'hanno formulata con solide basi scientifiche, trovando un parallelismo tra le cellule del piccolo anemone di mare – un classico organismo modello per la ricerca – e quelle muscolari del nostro organismo.

L'anemone Nematostella con capacità di rigenerarsi: credit University of Florida e Whitney Lab per Marine Bioscience
L'anemone Nematostella con capacità di rigenerarsi: credit University of Florida e Whitney Lab per Marine Bioscience

Indagando sull'origine evolutiva delle cellule cardiache, hanno innanzitutto determinato che i loro geni sono in comune con quelli dell'intestino dell'anemone di mare, una creatura che non ha cuore e nemmeno tessuto muscolare. Gli studiosi ipotizzano che le cellule muscolari dell'uomo e degli altri animali sarebbero originate proprio da particolari cellule intestinali, che avevano in origine sia proprietà assorbenti che di contrazione, poi sviluppatesi nelle caratteristiche pulsazioni del tessuto muscolare-cardiaco.

I geni delle nostre cellule cardiache (ma non solo di quelle) vanno incontro al cosiddetto fenomeno chiamato “Lockdown loop”, ovvero si bloccano una volta che è stato determinato il loro destino durante la fase embrionale, e non possono più generare nuove parti di cuore o trasformarsi in un'altra tipologia di cellula. Gli stessi geni presenti nell'anemone, invece, non vanno incontro a tale blocco, ed è proprio per questo motivo che tagliandolo in pezzi, da ogni singolo frammento può ricrescere un intero, nuovo organismo.

Per il team di Martindale riuscire a comprendere come funziona tale meccanismo può portarci a riattivarlo nei geni ancestrali presenti anche nelle nostre cellule muscolari-cardiache, spingendole così a rigenerarsi e guarire i danni scaturiti da un evento cardiovascolare, come può essere un infarto. “Il nostro studio dimostra che se impariamo di più sulla logica di come i geni che danno origine a cellule cardiache comunicano tra loro, la rigenerazione muscolare negli esseri umani potrebbe essere possibile”, ha sottolineato lo studioso. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica PNAS.

[Immagini di University of Florida e Whitney Lab per Marine Bioscience]

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