Il cervello? Non si riposa mai, neanche quando dormiamo
Magari non per tutti è così, ma la maggior parte delle persone non reagiscono a tutti gli stimoli che ricevono durante le ore del sonno, quasi come se il loro cervello fosse in grado di distinguere, anche mentre si dorme, i segnali pericolosi da quelli innocui ed inoffensivi. Certamente, questa è un'eredità dei nostri progenitori che, migliaia di anni fa, vivevano a pieno contatto con la natura e dovevano sempre essere pronti a scappare da minacce imminenti, anche nel cuore della notte.
Un team di ricercatori tutto italiano ha scoperto che questo fenomeno ha una precisa spiegazione che risiede nelle modalità di funzionamento del nostro cervello: durante il sonno, infatti, mentre alcune aree sprofonderebbero in uno stato di riposo profondo, altre zone, viceversa, si attiverebbero. A restare sempre vigili, non a caso, proprio le regioni preposte al movimento, secondo il meccanismo che l'evoluzione umana ha selezionato per garantire all'uomo la fuga, in caso di improvviso pericolo.
Un fenomeno che, secondo quanto spiegato al Corriere dal responsabile del Centro di medicina del sonno dell’ospedale Niguarda a Milano Lino Nobili, porterebbe all'attività delle aree responsabili del movimento per periodi della durata di 10-15 secondi fino ad alcuni minuti, mentre memoria e coscienza cadrebbero nell'oblio del sonno; «dissociazioni» responsabili anche, ad esempio, di disturbi del sonno come il sonnambulismo.
Una scoperta che ha ricordato una ricerca pubblicata meni fa da Nature in cui si notava che, all'interno di cervelli di topi svegli, di tanto in tanto alcuni neuroni entravano in uno stato di sonno per qualche millesimo di secondo per riposarsi: fenomeni ben più complessi, tuttavia, accadono alla mente umana in cui, secondo quanto hanno dimostrato i ricercatori, ben prima che ci si addormenti effettivamente, molte aree cerebrali sono già completamente avvolte dalle nebbie delle sonno.