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I rischi del riscaldamento globale per caffè e cacao

Cattive notizie per i mercati internazionali e per i golosi: il cambiamento climatico fa male ad alcune coltivazioni in particolare.
A cura di Nadia Vitali
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C'è stato un tempo in cui merci come caffè o cacao venivano considerate alimenti preziosi, riservati soltanto a pochi privilegiati a causa dei loro costi esosi: sembrano epoche lontanissime ma ad una più attenta osservazione ci si renderà conto che soltanto una manciata di decenni ci separano dai periodi in cui il caffè si trafficava come un bene di contrabbando o la cioccolata potevano gustarsela soltanto le persone veramente ricche. Il mondo che abbiamo imparato a conoscere, quanto meno nel nostro occidente, sembrava che non sarebbe mai andato incontro a problemi del genere avendo risorse illimitate a disposizione di tutti, inclusi i membri delle fasce più deboli della popolazione: e invece pare che un duro colpo a questa nostra percezione potrebbe essere assestato dai mutamenti climatici.

Nuovi pericoli per la natura

L'agricoltura è chiaramente influenzata dalle condizioni climatiche: fortunatamente dai tempi in cui sono stati messi a punto i pesticidi non si sono più verificati eventi catastrofici quali la distruzione di interi raccolti ad opera di una malattia o di organismi infestanti per le piante. Tuttavia sappiamo fin troppo bene come nuovi pericoli, inimmaginabili fino a pochi decenni fa, si annidino nel riscaldamento globale e nei gravi squilibri vissuti di conseguenza dal Pianeta Terra, il cui clima "impazzito" crea problemi di vario ordine. «I cambiamenti climatici rappresentano un fenomeno attuale» ha sottolineato l'Agenzia Europea per l'Ambiente, ricordando come l'innalzamento delle temperature medie determini una trasformazione nei regimi delle precipitazioni che si traduce in eventi climatici estremi più frequenti i quali recano impatti negativi sulla natura in primo luogo, e quindi sulla salute degli uomini, sull'economia e sull'alimentazione.

Cacao, caffè e non solo

Basterebbe un aumento di  temperatura di appena un grado per far abbassare la produttività delle coltivazioni di mais e grano del 7%: secondo uno studio recente, anzi, un calo dell'ordine del 4% è stato già rilevato nelle coltivazioni di granoturco soltanto in pochi anni. Il problema è che tale discorso può essere esteso a molti altri alimenti: quelli che destano maggiori preoccupazioni sono il cacao e il caffè, così come le ciliegie, i fagioli e l'uva. Insomma, non ci si mettono più soltanto le malattie ad incidere sulle colture (si pensi che attualmente la produzione mondiale di caffè starebbe attraversando una fase di crisi dovuta ad una infezione da funghi in diverse aree di Brasile ed Africa che è andata ad unirsi ad una preesistente situazione di siccità) ma anche il meteo: a causa del riscaldamento globale, infatti, le fasce tropicali vedranno aumentare l'evaporazione fatto che e causerà un minore rendimento delle piante. Il nostro vecchio continente non dovrebbe rientrare tra le aree più colpite ma lo stesso non potrà dirsi per Australia e California, ad esempio, dove si concentrano attualmente moltissime coltivazioni di viti. E in un giorno non troppo lontano bere un caffè buono, gustarsi una cioccolata pura o un bicchiere di vino di buon livello potrebbe diventare molto meno semplice di adesso: o, quanto meno, piuttosto costoso, esattamente come accadeva nel secolo scorso, prima che innovazione, tecnologia e sviluppo intervenissero a migliorare le nostre vite.

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