Hawking contro Trump: “Causerà danni ambientali che metteranno in pericolo noi e il Pianeta”
In occasione di una conferenza sulla cosmologia tenutasi all'Università di Cambridge (Gran Bretagna) e legata al 75° compleanno del celebre astrofisico Stephen Hawking, nato a Oxford l'8 gennaio del 1942 ma invitato ad eventi di questo tipo nel corso dell'intero anno, lo studioso ha rilasciato alcune cupe dichiarazioni in merito all'irreversibilità degli effetti del riscaldamento globale, con particolari riferimenti alla recente decisione dell'amministrazione Trump di abbandonare gli accordi di Parigi sul clima.
Ai microfoni della BBC Hawking ha sottolineato che “siamo al punto di non ritorno in cui il cambiamento climatico diventerà irreversibile”, aggiungendo che la decisione di Trump “potrebbe spingere la Terra oltre il limite”, trasformandola in una sorta di pianeta Venere con “temperature di 250° centigradi e piogge di acido solforico”. Benché altri scienziati siano giunti alla conclusione che le emissioni di anidride carbonica non possano trasformare la Terra in un posto così inospitale, perlomeno non nell'immediato futuro, le preoccupazioni di Hawking sull'irreversibilità del fenomeno sono in linea con quelle della maggior parte dei colleghi. Basti pensare alla recente lettera pubblicata su Nature, nella quale è stato indicato chiaramente che restano soltanto tre anni di tempo per poter scongiurare le devastazioni irreversibili dei cambiamenti climatici.
Hawking ha sottolineato che i cambiamenti climatici rappresentano “uno dei grandi pericoli che abbiamo di fronte”, ma che possiamo anche evitarne gli effetti più devastanti se agiamo subito. Al velo di ottimismo, perlomeno potenziale, si contrappone subito l'invettiva nei confronti del 45° Presidente degli Stati Uniti d'America: “Negando l'evidenza del cambiamento climatico – ha aggiunto l'astrofisico – e tirandosi fuori dall'accordo sul clima di Parigi, Donald Trump causerà danni ambientali evitabili per il nostro bel pianeta, mettendo in pericolo il mondo naturale, per noi e per i nostri figli”.
Non è la prima volta che il brillante scienziato tratteggia un futuro così cupo per noi e la Terra; basti pensare che solo alcuni giorni addietro, in occasione dello Starmus Festival della scienza di Trondheim, in Norvegia, disse che l'umanità sarà costretta ad abbandonare il nostro pianeta, se vorrà continuare a sopravvivere. Del resto, nel giro di alcuni miliardi di anni il Sole sarà destinato a espandersi e a inglobare la Terra stessa, ma a causa delle temperature elevatissime gli oceani evaporeranno ben prima di tale evento, costringendoci a fuggire – se potremo farlo – entro un miliardo di anni.