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Gli ufologi britannici gettano la spugna: “Là fuori non c’è E.T.”

Calo di avvistamenti, siti abbandonati, ancora nessuna conferma: gli ufologi britannici si riuniscono per discutere del loro futuro.
A cura di Roberto Paura
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Era il 1947 quando un imprenditore americano, Kenneth Arnold, a bordo del suo velivolo privato, avvistava per la prima volta dei “dischi volanti”, come li definì. Un termine entrato nella storia dell’immaginario collettivo, alimentando una vera e propria psicosi da UFO nei decenni a venire, con un’impennata tra la fine degli anni ’40 e gli anni ’50, quelli della grande paura sovietica, che portava gli americani a guardare con timore e speranza a quelle storie di omini verdi: possibili ambasciatori extraterrestri venuti a salvare il mondo dall’apocalisse atomica, o magari armi messe a punto dall’URSS per invadere il mondo libero. Oggi, dopo più di sessant’anni, non c’è ancora nessuna prova che gli UFO siano veicoli alieni, guidati da visitatori di altri mondi. Inchieste ufficiali in tutto il mondo hanno ridimensionato il fenomeno a spiegazioni più razionali e per la prima volta anche gli ufologi sembrerebbero pronti ad ammettere che “lì fuori forse non c’è nessuno”.

Calo degli avvistamenti

UFO

A pronunciare queste fatidiche parole è Dave Wood, portavoce dell’Association for the Scientific Study of Anomalous Phenomena (ASSAP), l’associazione che nel Regno Unito coordina i tanti gruppi di ufologi e appassionati di fenomeni inspiegabili. Al Daily Telegraph spiega che entro i prossimi dieci anni l’ufologia potrebbe essere ormai un tema archiviato, visti anche i tantissimi siti web sull’argomento ormai chiusi o abbandonati che testimoniano un calo d’interesse generale. Non solo: dal 1988 a oggi il numero di avvistamenti di UFO è calato del 96% e i gruppi ufologici britannici sono scesi da oltre un centinaio negli anni ’90 (gli anni, ricordiamolo, di X-Files) a circa 30 oggi. Gli extraterrestri hanno deciso di ignorarci e tornarsene a casa? Molto più probabile credere piuttosto che “la mancanza di prove definitive al di là delle semplici suggestioni aneddotiche fanno pendere la bilancia a favore della probabilità che non ci sia niente lì fuori”. Niente forse è una parola grossa, visto che l’universo è davvero un posto pieno di curiosità. Ma il senso è chiaro: forse E.T. non ci ha ancora fatto visita.

Il calo d’interesse nell’ufologia ha diverse spiegazioni. Wood ricorda che in tutti i convegni di appassionati del settore si finisce sempre per parlare dei vecchi casi storici, come il celebre “incidente di Roswell” nel New Mexico (1947), piuttosto che portare all’attenzione nuovi casi. Ciò dipende dal fatto che la maggior parte degli ufologi ha ormai spostato la sua attenzione verso il complottismo e la teoria della cospirazione, sostenendo che la mancanza di prove definitive dipenda dai continui insabbiamenti delle autorità, come sarebbe avvenuto anche a Roswell: “Non penso che ciò sia particolarmente utile”, sostiene Wood. Se si parte infatti dalla convinzione che esista un complotto mondiale per nascondere la verità sugli alieni, è difficile fare ricerca sul tema in modo obiettivo. Piuttosto che cercare nuovi indizi e possibili prove, si finisce per cadere nella pura paranoia. Ma ci sono anche altre spiegazioni. Tra gli anni ’80 e ’90 l’ufologia conobbe una nuova primavera con i cosiddetti “cerchi nel grano”. Sembrava possibile che gli alieni avessero deciso di cambiare strategia nel comunicare con gli esseri umani. Le successive dimostrazioni dell’assoluta replicabilità di questi fenomeni, le ammissioni di molti bontemponi e l’inflazione di cerchi nel grano all’inizio del nuovo secolo – in massima parte prodotti in computer-grafica – hanno portato ad abbandonare anche questa pista.

Fotomontaggi e false prove

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Internet ha favorito la diffusione massiva di fotomontaggi, prima sui forum e sui siti web e poi, con l’avvento di YouTube, attraverso migliaia e migliaia di video – spesso di pessima qualità – che hanno prodotto sempre maggiore scetticismo tra gli ufologi. Alcuni tra i documentari di migliore qualità, come quello della presunta autopsia dei corpi alieni recuperati a Roswell e quello della presunta missione congiunta USA-URSS sulla faccia nascosta della Luna per recuperare un disco volante precipitato lì milioni di anni fa (la cosiddetta missione Apollo 20), si sono rivelati dei boomerang dopo che i loro produttori hanno ammesso trattarsi di falsi creati ad arte. E una brutta batosta è arrivata anche in seguito al rilascio di documenti segreti e “top secret” – americani e non – negli ultimi anni, in cui si dimostra che il governo USA, pur avendo preso in seria considerazione il fenomeno, non accettò mai l’ipotesi extraterrestre, e così gli altri governi mondiali. Quando è scoppiato lo scandalo di Wikileaks, migliaia di ufologi sperarono che tra i milioni di file rubati sarebbe uscito fuori qualcosa sugli UFO. Invece, silenzio totale.

Dopo che all’inizio di quest’anno il Ministero della Difesa britannico ha dichiarato chiuse le indagini sugli avvistamenti di UFO, avendo concluso che non risultano prove del fatto che possano rappresentare una minaccia alla sicurezza nazionale, gli ufologi di Sua Maestà hanno deciso di riunirsi all’Università di Worcester il prossimo 17 novembre per discutere del futuro delle indagini. David Clark, ricercatore alla Sheffield Hallam University ed esperto di UFO presso gli Archivi nazionali britannici, sostiene: “Il tema è ormai morto in quanto nessuno ha visto nulla di probatorio”. Ironicamente, ciò avviene alla vigilia di una data-chiave per gli appassionati di misteri, il 21 dicembre 2012, coincidente con la fine di uno dei calendari Maya spesso associato alla discesa sulla Terra degli extraterrestri. Ma anche il fenomeno 2012 ha finito per deludere le aspettative. Le tante dichiarazioni di presunti “contattisti”, persone che sostengono di essere in comunicazione telepatica con gli alieni, riguardo un imminente contatto mondiale, hanno gettato discredito sul tema e alimentato solo lo scetticismo della vecchia guardia degli ufologi.

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