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Galassia ‘morta’ dell’Universo primordiale scoperta da Hubble. Astronomi: “È un enigma”

La galassia, chiamata MACS2129-1, si trova a 10 miliardi di anni luce ed è stata individuata grazie alla tecnica della ‘lente gravitazionale’. Le sue caratteristiche uniche contrastano con l’accreditata teoria degli scontri galattici.
A cura di Andrea Centini
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Un team internazionale di astronomi coordinato dall'Istituto Niels Bohr (NBI) dell’Università di Copenhagen (Danimarca) ha scoperto grazie al Telescopio Spaziale Hubble una galassia ‘morta' dell'Universo primordiale, la cui struttura e composizione mette in crisi la più accreditata teoria astrofisica sugli scontri galattici e la formazione stellare. La galassia, il cui nome tecnico è MACS2129-1, si trova a ben 10 miliardi di anni luce da noi, dunque ciò che noi possiamo osservare è la ‘fotografia' di un oggetto legato a un Universo ‘giovanissimo', ad appena 3 miliardi di anni dal Big Bang.

Curiosamente, la galassia all'epoca aveva già smesso di produrre stelle da un miliardo di anni, ed è per questo che gli astronomi l'hanno definita ‘morta'. Sono note altre galassie in questo stato, ma quella intercettata da Hubble ne sfida i principi poiché possiede caratteristiche del tutto analoghe alle galassie giovani e in piena fase di produzione stellare, come la nostra Via Lattea. Innanzitutto MACS2129-1 ha una forma discoidale e a spirale, esattamente come la nostra galassia, mentre tutte le galassie morte conosciute sono ellittiche e sferoidali, inoltre le stelle al suo interno sono distribuite in maniera ordinata e non disordinata, come avviene nelle tipiche galassie che smesso di produrre stelle.

La galassia 'morta' distante ben 10 miliardi di anni luce
La galassia ‘morta' distante ben 10 miliardi di anni luce

Altri dettagli caratteristici sono la sua massa e le sue dimensioni, rispettivamente il triplo e la metà della Via Lattea, mentre un aspetto ancor più curioso risiede nella velocità delle stelle prossime al centro galattico, che viaggiano a ben 500 chilometri al secondo, il doppio degli astri presenti nella nostra galassia. Tutti questi dati suggeriscono che siamo innanzi a un oggetto celeste davvero unico, le cui caratteristiche cozzano soprattutto con la teoria degli scontri galattici. In parole semplici, gli astronomi ritengono che solo un evento catastrofico è in grado di trasformare una galassia a spirale in una sferoidale, determinando la fine dei processi di formazione stellare e ridistribuendo – in modo disordinato – le stelle originarie al centro, ma MACS2129-1 risulta essere ‘morta' pur mantenendo le caratteristiche giovanili.

Il team di ricerca, del quale fanno parte anche gli astrofisici italiani dell'INAF Anna Gallazzi e Stefano Zibetti, continuerà a raccogliere dati per scoprirne di più, ma passi in avanti concreti potranno essere fatti solo col lancio di nuovi dispositivi, come l'attesissimo James Webb Telescope. Particolarmente affascinante è stata anche la tecnica sfruttata per analizzare un oggetto celeste così lontano, ovvero quella della lente gravitazionale in combinazione con i dati raccolti dallo spettrografo Xshooter del VLT dell'ESO. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati su Nature e sul sito della NASA.

[Immagini di NASA, ESA, Z. Levy e M. Postman (STScI), S. Toft, team CLASH]

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