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Come il cioccolato ci rende più “intelligenti”

Uno studio curato dai ricercatori della Harvard Medical School mette in evidenza un aspetto positivo dell’alimento più amato in assoluto.
A cura di Nadia Vitali
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A quanto pare, del cioccolato non smetteremo mai di conoscere le virtù: già da diversi decenni, in effetti, molti studi si sono concentrati sui benefici effetti di un alimento che, probabilmente, è tra i più amati al mondo. L’ultima ricerca interessata a sviscerare i segreti del “magico” toccasana originario dell’America meridionale si è occupata del suo effetto sulle abilità cognitive, verificando come il cioccolato possa fornire un importante sostegno per mantenere il cervello in forma, specialmente quando si è un po’ avanti con l’età: gli studiosi della Harvard Medical School di Boston guidati dalla dottoressa Farzaneh A. Sorond hanno seguito un gruppo di volontari per un mese e reso noti i risultati del proprio lavoro in un articolo pubblicato da Neurology lo scorso agosto.

Una dieta per il cervello – Gli scienziati hanno selezionato sessanta persone di circa 73 anni affinché partecipassero ad un esperimento in doppio cieco; nessuno dei partecipanti manifestava sintomi di demenza senile. Per 30 giorni ai volontari sono state fatte bere due tazze di cioccolato caldo al giorno, mentre era stato imposto il divieto di consumare altri tipi di cioccolato; inoltre, al fine di condurre osservazioni più approfondite, a metà degli individui è stato offerto del cioccolato arricchito ulteriormente in flavonoidi, sostanze antiossidanti di cui sono ricchi i vegetali e che sono presenti anche nel cacao.

Miglior memoria – All'inizio e alla fine dell'esperimento i partecipanti sono stati sottoposti a dei test utili a verificarne le abilità mnemoniche e cognitive, oltre che a risonanza magnetica: ne è emerso un effettivo miglioramento nelle performance che, in particolare, ha interessato 18 soggetti che all'inizio presentavano un afflusso di sangue al cervello non sufficiente; il recupero nel miglioramento del flusso sanguigno è stato pari all'8% mentre anche la memoria ha dato risultati migliori, dopo il mese di "cura" al cioccolato. Nessuna significativa differenza, invece, è stata riscontrata tra quanti hanno consumato la bevanda "rinforzata" ai flavonoidi e quanti hanno preso quella "normale": questo potrebbe indicare, secondo i ricercatori, che l'elemento "magico" del cacao potrebbe essere un altro o, anche, che le quantità utili al nostro organismo per il proprio benessere sono relativamente basse. Per quanti avevano un flusso sanguigno nella norma, in ogni caso, non sono stati registrati significativi miglioramenti, né nella circolazione né nelle capacità mnemoniche.

L'elisir di lunga vita? – Tempo fa, una ricerca americana, si soffermava su un effetto benefico e quanto mai imprevisto del cioccolato: un consumo quotidiano ma parco di cioccolato, purché fosse fondente e privo di zuccheri aggiunti, sembrava promettere addirittura una forma fisica migliore. Ma non è il solo aspetto miracoloso legato ai semi dell'albero di cacao, preziosissimo tesoro naturale che gli spagnoli scoprirono con meraviglia nel XVI secolo: da tempo si è appurato come il cioccolato possa essere un potente aiuto per risollevare il tono dell'umore; è noto inoltre che sarebbe all'origine anche dell'aumento del desiderio sessuale. Inoltre, studi recenti avrebbero dimostrato i suoi benefici effetti sulla pressione sanguigna e sul cuore che potrebbero addirittura ridurre i fattori di rischio di sviluppare di malattie cardiovascolari: insomma, le virtù di questo alimento potrebbero essere ancora moltissime e tutte da conoscere e svelare; nell'attesa, mangiare il cioccolato resta un piacere per il proprio palato, qualunque conseguenza, buona o cattiva, ne derivi per l'organismo.

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