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Cina, inquietanti immagini delle città coperte dallo smog, ma va molto meglio del 2013

Lo smog, catalizzato dai consumi record di carbone nel periodo invernale, a Pechino ha superato di sette volte i valori di sicurezza. La cappa è talmente fitta che dal cielo si vedono solo le cime dei palazzi.
A cura di Andrea Centini
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cielo pechino

Benché i livelli di inquinamento atmosferico in Cina si siano abbassati sensibilmente negli ultimi anni, con una riduzione media del 30 percento nelle concentrazioni delle pericolose polveri sottili PM 2.5 tra il 2013 e il 2016, i dati continuano ad essere estremamente preoccupanti e ben al di sopra delle soglie di sicurezza inquadrate dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Lo stesso ministro della protezione ambientale Chen Jining ha sottolineato quest'oggi di sentirsi ‘colpevole' per l'impatto negativo dell'inquinamento atmosferico sulla qualità della vita dei cittadini cinesi.

In questi giorni è scattato l'allarme rosso in ben 62 città del paese asiatico, compresa la gigantesca capitale Pechino, dove l'ondata di polveri sottili PM 2.5 ha raggiunto i 186 microgrammi per metro cubo, un valore di sette volte superiore rispetto a quello ritenuto accettabile per la salute. Sebbene estremamente negativo, il dato non è minimamente paragonabile a quello registrato nel 2012, quando un sabato sera vennero registrati ben 993 microgrammi per metro cubo in un quartiere di Pechino. Non è un caso che con tali picchi di inquinamento atmosferico, soprannominati “airpocalypse” dai media locali, l'aspettativa di vita media di un vigile che dirige il traffico nella capitale cinese sia di appena 43 anni.

Il periodo più difficile dell'anno è rappresentato proprio dall'inverno, principalmente a causa del consumo massiccio di carbone che viene utilizzato in milioni di case come sistema di riscaldamento. L'inquinamento stagionale va ad aggiungersi a quello mostruoso provocato dai veicoli a motore (oltre cinque milioni nella sola Pechino, per circa venti milioni di abitanti) e dalle voraci industrie; si stima che il 60 percento della produzione energetica del paese asiatico sia totalmente legato al carbone. Il fenomeno in inverno è ulteriormente catalizzato dalla nebbia, che favorisce la formazione della cappa di smog; a Pechino è diventata talmente spessa che osservando la città dal cielo si vedono spuntare solo le cime dei palazzi più alti.

A causa dei picchi di smog, che sta provocando la cancellazione o il ritardo di centinaia di voli, nei prossimi giorni verranno spente momentaneamente cinquecento tra le industrie responsabili delle maggiori emissioni, inoltre in 2.500 di esse verranno installati nuovi sistemi per filtrare l'aria, così come sta avvenendo all'interno di moltissime scuole. In questa situazione drammatica, dove le mascherine sono diventate uno strumento indispensabile per respirare, stanno fioccando offerte di viaggi per la ‘purificazione dei polmoni', in luoghi lontani come l'Islanda, la Thailandia e le Maldive. Non mancano anche opzioni e offerte più bizzarre, come bottiglie di aria pulita provenienti dall'Australia, dal Canada e dall'Inghilterra, a prezzi compresi tra i 10 e i venti euro.

[Foto di Jim Sciutto]

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