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Antico rettile marino non deponeva uova ma partoriva: riscritta storia della riproduzione

Dopo accurate indagini è stata confermata la presenza di un embrione nel fossile di un Dinocephalosaurus, rettile marino vissuto 250 milioni di anni fa e imparentato con coccodrilli e uccelli.
A cura di Andrea Centini
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Paleontologi della Hefei University of Technology (Cina) e dell'Università del Queensland (Australia) hanno scoperto un embrione nel grembo di un antico rettile marino, vissuto circa 250 milioni di anni fa nel cuore del Triassico. Il fossile dell'animale, scientificamente chiamato Dinocephalosaurus, è stato recuperato nel 2008 all'interno del Luoping Biota National Geopark, un sito di scavi della Cina sudoccidentale già teatro di altre affascinanti scoperte. Il dettaglio dell'embrione è particolarmente importante, poiché il Dinocephalosaurus fa parte del gruppo dei cosiddetti arcosauromorfi, una classe di rettili diapsidi (con due ‘finestre' su ogni lato del cranio) alla quale appartengono anche i moderni uccelli e coccodrilli, animali che depongono le uova. La scoperta getta nuova luce sulle strategie riproduttive di questo gruppo preistorico e sposta indietro di 50 milioni di anni la comparsa della viviparità, apprezzabile anche in un famoso fossile di ittiosauro (un altro rettile marino) di 182 milioni di anni.

Il fossile del Dinocephalosaurus con i dettagli dell'embrione
Il fossile del Dinocephalosaurus con i dettagli dell'embrione

Gli studiosi, coordinati dal paleontologo Jonathan Aitchison dell'ateneo australiano, quando hanno scoperto l'embrione hanno dovuto capire se non si trattasse di un secondo fossile depositato sull'altro o magari dell'ultimo pasto della femmina, lunga quattro metri, con un collo lunghissimo e una “testa di lucertola”, come suggerisce il nome scientifico della specie. Attraverso indagini accurate hanno potuto confermare che erano innanzi proprio ad un embrione; al di là della forma simile a quella dell'adulto e della classica posizione fetale, la testa del piccolo – lungo il 12 percento della madre – era chiaramente rivolta in avanti, e tutti i predatori marini quando divorano le prede fanno in modo di rivolgere le teste all'indietro. I resti di un pesce parzialmente digerito trovati nei pressi dell'embrione ne hanno dato ulteriore conferma.

Un altro dettaglio interessante scoperto è che il sesso dei piccoli di Dinocephalosaurus veniva determinato geneticamente, in maniera analoga a uccelli e mammiferi, e non attraverso la temperatura delle uova, come ad esempio avviene per i coccodrilli. Benché molto somiglianti ai plesiosauri, gruppo al quale secondo la leggenda apparterrebbe il famigerato ‘mostro di Loch Ness', si tratta di rettili completamente diversi. I dettagli sulla scoperta sono stati pubblicati su Nature Communications.

[Illustrazione di Dinguha Yang]

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