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Addio a Goce, frammenti del satellite cadranno sulla Terra

Atteso per i giorni intorno al 15 di ottobre quel che resta della “Ferrari dello spazio”, satellite ESA che ha concluso la sua missione.
A cura di Nadia Vitali
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ESA /AOES Medialab
ESA /AOES Medialab

Dopo oltre quattro anni in orbita attorno al Pianeta, per calcolarne la gravità con una precisione senza eguali, la missione del satellite GOCE (Gravity Ocean Circulation Explorer) volge verso il termine: il rientro nella nostra atmosfera è previsto per il mese prossimo (tra il 15 ed il 16 di ottobre) e già ci si interroga sui luoghi in cui andranno a cadere i suoi frammenti. Come previsto dai piani iniziali, infatti, a metà ottobre si sarà esaurito il carburante ed inizierà la discesa verso la Terra partendo da un'altezza di circa 224 chilometri: la gran parte di GOCE si disintegrerà al contatto con l'atmosfera ma detriti provenienti dalla sua struttura – secondo le previsioni circa 250 chilogrammi di materiali – "sopravviveranno" all'ondata di calore e raggiungeranno la superficie.

Un tuffo nell'Oceano? – Considerando il fatto che il 70% del nostro Pianeta è ricoperto dalle acque di mari ed Oceani – ed aggiungendo al computo di queste zone disabitate anche le vaste aree desertiche – le probabilità che qualcuno possa assistere al rientro di uno di questi detriti, con i danni che ne deriverebbero, sono piuttosto basse. Ciononostante il fatto che al momento non si possano stabilire ancora con certezza i dai della sua futura traiettoria può tenere i più ansiosi con il fiato sospeso. Per la verità, ogni anno piovono sul nostro Pianeta tonnellate di pezzi di satelliti pensionati e disintegrati ma, effettivamente, alcun incidente è stato mai registrato prima d'ora: gli esperti al lavoro si limitano a seguirne e registrarne le traiettorie. Dall'ESA fanno sapere che la Inter-Agency Space Debris Coordination Committee, associazione sovranazionale che raccoglie le agenzie spaziali di tutto il mondo con l'obiettivo di tenere sotto controllo il problema dei rifiuti attorno alla Terra, monitora con attenzione la discesa. La situazione è tenuta costantemente sotto controllo dall'ufficio per i detriti spaziali dell'agenzia europea la quale renderà pubbliche volte per volta previsioni e valutazioni dei rischi.

La Ferrari dello spazio – Con un nome e un soprannome di tutto rispetto, GOCE ha risposto perfettamente alle aspettative che erano state riposte su di lui fin dal giorno del suo lancio, avvenuto il 17 marzo del 2009. Messo a punto dall'Agenzia Spaziale Europea, è il frutto del lavoro di diverse industrie europee ma costituisce un vanto per la produzione italiana poiché costruito sotto la guida di Thales Alenia Space Italia ed assemblato a Torino. L'obiettivo scientifico della missione della "Ferrari dello spazio" (non a caso) era la misura globale del campo gravitazionale; grazie ai dati ottenuti è stato raggiunto il fine ultimo, ossia la realizzazione di una mappa ad altissima precisione e risoluzione del geoide terrestre. Con i suoi sofisticati strumenti scientifici di bordo, in particolar modo un gradiometro in grado di rilevare la gravità con accuratezza senza precedenti, ha consentito di determinare l'altezza del geoide con una precisione di 1-2 centimetri ad una risoluzione spaziale di 100 chilometri. Adesso, con la sua tonnellata e più di peso, è quasi giunto alla fine del suo viaggio, con il combustibile agli sgoccioli e il giorno dell'addio che si avvicina: a noi non resta che ringraziarlo per il lavoro svolto alla perfezione e, soprattutto, augurarci che tutto vada come previsto e che, senza alcun danno, quel che resta di GOCE si tuffi nelle acque oceaniche.

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