Vuoi un sorriso perfetto? Il segreto: “Meno è, meglio è”. Ecco perché
Un sorriso perfetto per fare successo è un sorriso contenuto. Secondo i ricercatori della University of Minnesota, per avere un sorriso efficace non è necessario mostrate tutti i denti che abbiamo in bocca e per scoprirlo hanno utilizzato alcune animazioni 3D sottoposte ad un gruppo di partecipanti come spiegato all'interno dello studio intitolato “Dynamic properties of successful smiles” e pubblicato su PLOS ONE.
Sorridere, ma come? Un sorriso è la chiave per il successo, sulla base di questo insegnamento affrontiamo le giornate di lavoro mostrando i nostri denti nella speranza che quest'espressione facciale possa risultare efficace per i nostri fini. Ma stiamo sorridendo nel modo giusto? E qual è questo modo giusto? Considerando che il sorriso rappresenta un'importante forma di comunicazione non verbale all'interno dell'interazione sociale, i ricercatori hanno deciso di studiarlo analiticamente e sottoponendo diversi esempi di sorrisi ad un focus group.
Lo studio. Nello specifico, gli scienziati hanno sfruttato le capacità delle animazioni computerizzate 3D per sviluppare diversi modelli facciali alterati modificando gli angoli della bocca, l'estensione del sorriso, la quantità di denti mostrati e la simmetria del sorriso. Agli 802 partecipanti è stato poi chiesto di classificare i sorrisi in base all'efficacia, alla genuinità, alla piacevolezza e all'intento emozionale percepito.
[Foto di Helwig et al (2017)]
I risultati. Dai dati raccolti è emerso che un sorriso di successo, cioè un sorriso efficace, genuino e piacevole, non rientra nel luogo comune ‘più ce n'è, meglio è', anzi, un sorriso eccessivo non viene percepito positivamente. Il segreto di un sorriso perfetto sta nel ‘meno è, meglio è' che implica cioè un giusto bilanciamento tra i denti, gli angoli della bocca e l'estensione, anche la simmetria è gradita.
Conclusioni. I risultati ottenuti da questo studio permettono di comprendere l'importanza delle animazioni in 3D grazie alla quali possiamo comprendere meglio le nostre espressioni facciali e l'influenza che hanno sull'idea che ci facciamo delle persone e che le persone si fanno di noi.
[Foto copertina di PublicDomainPictures]