Vaiolo delle scimmie nell’uomo, due nuovi casi segnalati nel Regno Unito
Due casi di vaiolo delle scimmie nell’uomo sono stati identificati nel Regno Unito, dove le autorità sanitarie del Galles del Nord hanno segnalato due infezioni all’interno di uno stesso nucleo familiare. Entrambe le persone sono state ricoverate in un ospedale in Inghilterra dopo che una delle due, rientrata dalla Nigeria l’8 maggio, era rimasta in quarantena con la famiglia a causa delle restrizioni anti-Covid. Due giorni dopo, la stessa persona aveva manifestato un’eruzione cutanea, a partire dal viso, rimanendo in autoisolamento per altri dieci giorni e cercando cure mediche per il sollievo dei sintomi, per poi essere trasferita nel nosocomio inglese.
Due casi di vaiolo delle scimmie nell'uomo
L’analisi dei campioni, ricevuti dalla Public Health England Rare and Imported Pathogens Laboratory il 24 maggio, hanno confermato che si trattava di vaiolo delle scimmie, una malattia simile al vaiolo umano che, nel continente africano ha recentemente fatto registrare una grande epidemia. In particolare, il sequenziamento del campione ha indicato che il virus responsabile della malattia (poxvirus) appartiene al ceppo in circolazione nell’Africa occidentale. Il 29 maggio, un familiare con cui il paziente era in quarantena, ha iniziato a manifestare la stessa sintomatologia e, gli esami di laboratorio, hanno confermato l’infezione da poxvirus. Il caso è stato confermato il 31 maggio e il paziente trasferito nello stesso ospedale in Inghilterra, dove attualmente è ricoverato. L’altro familiare è invece stato dimesso.
Secondo quanto reso noto dalla Public Health Wales (PHW), in risposta ai due casi, sono state attivate le opportune misure di sanità pubblica, compresa la ricerca di tutti i contatti stretti de due pazienti. La PHW definisce tuttavia come “molto basso” il rischio trasmissione da persona a persona. “I casi confermati nell’uomo di vaiolo delle scimmie sono un evento raro nel Regno Unito e il rischio per il pubblico in generale è molto basso – ha affermato in una dichiarazione alla BBC Richard Firth, consulente della PHW per la salvaguardia della salute – . Abbiamo lavorato con colleghi multi-agenzia, seguendo protocolli e procedure collaudati e identificato tutti i contatti stretti. Sono state messe in atto azioni per ridurre al minimo la probabilità di ulteriori infezioni”.
Cos'è il vaiolo delle scimmie e come si trasmette
La malattia causata dal poxvirus (che appartiene alla stessa famiglia del virus del vaiolo umano) è probabilmente trasmessa dagli animali all’uomo attraverso fluidi corporei, tra cui goccioline di saliva o respiratorie, oppure attraverso il contatto con ferite infette. Le infezioni sono rare, sebbene i casi stiano aumentando in alcune zone dell’Africa, dove la maggior parte si è verificata nella Repubblica Democratica del Congo. Dal 2016, i casi confermati sono stati segnalati anche in Sierra Leone, Liberia, Repubblica Centrafricana, Repubblica del Congo e Nigeria.
Nonostante il nome, il serbatoio del virus non sarebbero i primati non umani, ma molto probabilmente i piccoli roditori (come gli scoiattoli) che vivono nelle foreste pluviali africane, principalmente in Africa occidentale e centrale. Si ritiene che l’aumento dei casi sia dovuto alla maggiore esposizione dell’uomo agli habitat degli animali portatori del virus, come suggerito da un’epidemia di vaiolo delle scimmie che si è verificata nel 2003 negli Stati Uniti, dove alcuni roditori infetti vennero importati come animali da compagnia, diffondendo il virus ai cani della prateria domestici che in seguito contagiarono soggetti umani nel Midwest.
Dal punto di vista clinico, indicano i manuali MSD, la sintomatologia è simile a quella del vaiolo umano, anche se le lesioni cutanee di solito assumono configurazione a grappolo. Tra le complicazioni possono insorgere la linfoadenopatia (ingrossamento abnorme ed incontrollato dei linfonodi) e svilupparsi infezioni batteriche secondarie a livello cutaneo e polmonare. Quanto al trattamento, ad oggi non esiste unna cura specifica per questa infezione, ma farmaci potenzialmente utili comprendono alcuni antivirali (tecovirimat, acidofovir o brincidofovir). La maggior parte delle infezioni deterina una forma lieve della malattia, a volte simile alla varicella, che si risolve da sola entro poche settimane. In Africa, il tasso di mortalità varia fra il 4 e il 22%.