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Uova sì o no? Cosa pensiamo di sapere, sbagliando

Se ci tenete alla linea vi avranno certamente messi in guardia contro le uova, le quali sarebbero anche nemiche del fegato. Se siete allergici magari vi avranno sconsigliato di farvi somministrare alcuni vaccini, ma le cose non stanno esattamente così, sono tanti i falsi miti che circolano su di esse.
A cura di Juanne Pili
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Le uova deposte dalle nostre galline sono tra gli alimenti più comuni della nostra tavola, quindi non dobbiamo stupirci se molte cose che crediamo di sapere su di esse hanno in realtà scarso fondamento. C’è chi pensa che possano danneggiare il fegato, chi ritiene che facciano ingrassare, per non parlare del monito di non somministrare vaccini contenenti albumina nei soggetti allergici alle uova.

Fanno male al fegato

Secondo una leggenda ancora molto radicata non si dovrebbe mangiare più di un uovo alla settimana, altrimenti si potrebbero avere dei problemi al fegato. Ma se andiamo a vedere quali sostanze sono contenute nelle uova scopriamo che possiamo trovarci degli aminoacidi epatoprotettori, metionina, colina e inositolo; tutte sostanze di cui il fegato ha bisogno, favorendo il buon funzionamento delle cellule epatiche. A scagionare le uova troviamo anche la Fondazione italiana Fegato.

Fanno ingrassare

Tutto dipende anche da come decidiamo di cucinare e accompagnare le uova durante i nostri pasti. E’ vero che danno un notevole apporto di colesterolo, tanto che consumarne due ci farebbe già sforare le quantità raccomandate, tuttavia dobbiamo considerare anche la presenza delle “lecitine”, le quali favoriscono la produzione del cosiddetto “colesterolo buono”, su cui circolano altri miti di cui avevamo già trattato. Oltre a questo non possiamo ignorare il resto delle sostanze nutritive contenute nelle uova: tante proteine e diverse vitamine, come la A, la B6 e la B12, tanto che secondo la Fondazione Veronesi possiamo definirle una fonte “ad alto valore proteico e nutritivo a basso costo”. Banalmente, tutto può farci ingrassare se non stiamo attenti a seguire una dieta equilibrata, come quella mediterranea. Inoltre non esistono studi che dimostrino in maniera definitiva una effettiva correlazione tra malattie cardiovascolari (tra le conseguenze più comuni del colesterolo alto) e il consumo moderato di uova.

Uova di plastica per avvelenare i consumatori

In un certo senso sappiamo che le uova possono essere usate come armi, magari lanciandole contro un politico durante un comizio o per manifestare delusione di fronte ad una performance canora di scarso successo. Ma fino a non molto tempo fa diversi tabloid avevano diffuso la fake news in base alla quale i cinesi volessero avvelenarci con delle uova tossiche. In Cina verrebbero prodotte delle uova in plastica che per qualche ragione non meglio precisata riuscirebbero a ingannare i consumatori, i quali nutrendosene resterebbero comprensibilmente avvelenati. Un fact checking sulla vicenda era stato condotto l’anno scorso dalla Shanghai-based news organisation, scoprendo che la leggenda è partita da una interpretazione distorta di diversi filmati dove si mostra semplicemente una pasta melmosa, prodotta come giocattolo per i bambini, come ne vediamo anche nei negozi di giocattoli occidentali. Nel caso specifico riproduceva proprio l’aspetto del tuorlo e dell’albume, all’interno di un contenitore in plastica di forma ovale. Sono nate così diverse versioni di questa fake news, in alcune si vedono delle massaie cinesi cuocerle al tegamino. La fantasia di diversi autori e la difficoltà a tradurre dal cinese ha fatto il resto.

Le uova e i vaccini

Si possono sviluppare vari tipi di allergie o intolleranze alimentari, attorno alle quali i falsi miti abbondano, come abbiamo avuto già modo di constatare, è possibile quindi anche essere allergici alle uova, con tutte le controindicazioni che questo potrebbe comportare. In passato venivano quindi sconsigliati diversi vaccini come quello antinfluenzale, questo perché nella produzione di alcuni vaccini uno dei passaggi richiede di far propagare i virus in “uova embrionate”, per tanto si temeva che dei residui di albumina potessero causare reazioni avverse, come le reazioni anafilattiche. Oggi sappiamo però che queste precauzioni sono infondate. Non sono state mai registrate infatti reazioni anafilattiche – nei soggetti allergici – in numero maggiore a quelli che non lo erano.

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