Una singola dose di vaccino Covid nei guariti è efficace quanto due
Per chi ha superato l’infezione da coronavirus Sars-Cov-2 può essere sufficiente una singola dose di vaccino anti-Covid per sviluppare una risposta immunitaria simile quella indotta da due dosi nei soggetti sani. Lo rivelano i dati di uno studio condotto da un team di ricerca del Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles, negli Stati Uniti, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature Medicine. L’indagine suggerisce che il richiamo può non essere necessario nei guariti, confermando in parte quanto rilevato da ricerche precedenti. In particolare, gli studiosi hanno osservato che negli operatori sanitari vaccinati con il siero di Pfizer-BioNTech presso il Cedars-Sinai Health System, uno dei più grandi centri medici-universitari a Sud della California, la somministrazione di una singola dose a chi aveva avuto una precedente infezione ha indotto una risposta anticorpale paragonabile a quella generata da due dosi negli operatori senza una precedente diagnosi di Covid.
Nei guariti potrebbe bastare una singola dose
Complessivamente, sono stati poco meno di 1.100 gli operatori vaccinati che hanno fornito almeno un campione di sangue per la misurazione della quantità di anticorpi neutralizzanti, valutata in tre diversi momenti – prima o entro 3 giorni dopo la prima dose; entro 7-21 giorni dopo la prima dose; ed entro 7-21 giorni dopo la seconda. L’analisi non ha evidenziato differenze significative nei livelli di immunoglobuline G (IgG) dirette contro il dominio di legame al recettore (RBD) della proteina Spike dopo una singola dose di vaccino nei guariti Covid rispetto alla somministrazione di due dosi in coloro senza precedente infezione. “I nostri risultati ampliano quanto riportato in altri studi e supportano una potenziale strategia di fornire una singola dose di vaccino alle persone con una precedente storia confermata di infezione da coronavirus Sars-Cov-2, insieme al regime di due dosi nelle persone precedentemente non contagiate” ha affermato la professoressa Susan Chen del Dipartimento di Cardiologia dello Smidt Heart Insitute del Cedars-Sinai Medical Center e co-autrice dello studio.
Questo approccio potrebbe ampliare la portata della vaccinazione, in considerazione dell’attuale limitata disponibilità di dosi, consentendo la potenziale immunizzazione di milioni di persone già nei soli Stati Uniti, dove attualmente il siero è normalmente somministrato con un regime di due inoculazioni a 21 giorni di distanza. “In generale – ha aggiunto Kimia Sobhani del Dipartimento di Patologia e Medicina di Laboratorio del Cedars-Sinai Medical Center – , le persone che avevano superato la malattia Covid-19 hanno sviluppato una risposta anticorpale dopo una singola dose di vaccino che è stata paragonabile a quella osservata dopo un ciclo di vaccinazione a due dosi nelle persone senza precedenti infezioni. Sembra dunque che una singola dose somministrata ai guariti offra lo stesso beneficio di due dosi somministrate a persone senza precedente infezione”.
In parallelo all’analisi della risposta anticorpale, i ricercatori hanno anche esaminato la sintomatologia post-vaccinazione, osservando che gli effetti collaterali legati alla somministrazione erano più frequenti dopo la prima dose nei soggetti con precedente infezione, sebbene non vi fosse alcuna differenza tra i due gruppi dopo la seconda dose. “Febbre e brividi erano più comuni tra i destinatari del vaccino precedentemente infettati dopo la prima dose – riportano i ricercatori – mentre gli individui naive all'infezione avevano maggiori probabilità di provare mal di testa e vertigini dopo la seconda dose”.