Una complicanza del diabete di tipo 2 forse legata a Covid-19 è in aumento tra i bambini
Con l’evoluzione della pandemia di Covid-19, diversi studi hanno indicato che l’infezione da Sars-Cov-2 nei bambini è nella maggior parte dei casi asintomatica. Una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Diabetes Care dal Children’s Hospital di Los Angeles ha però evidenziato che l’esposizione al virus potrebbe avere influire in modo inatteso sulla salute dei più piccoli. L’analisi ha rilevato un aumento significativo nel numero di casi di chetoacidosi diabetica (DKA) nei bambini, una rara complicanza del diabete di tipo 2, nei pazienti pediatrici che hanno richiesto cure ospedaliere nel 2020.
Casi di DKA in aumento nei bambini
Lo studio, una revisione retrospettiva delle cartelle cliniche di soggetti in età pediatrica con diabete di tipo 2 di nuova insorgenza tra marzo e agosto 2020 e nello stesso periodo dei due anni precedenti, ha evidenziato che le diagnosi di DKA sono passate dal 9% nel 2018 e 3% nel 2019, al 20% nel 2020. “Osservavamo alcuni casi di DKA nel diabete di tipo 2 l’anno e, all’improvviso, abbiamo assistito a un picco – dice Lily Chao, Direttrice ad interim di Diabetologia presso il Children’s Hospital di Los Angeles e autrice principale dello studio – . Abbiamo quindi iniziato a tenerne traccia e ora abbiamo i numeri per confermare che ci sono più bambini con diabete di tipo 2 che si presentano in ospedale con questa complicanza molto grave”.
La chetoacidosi diabetica è una condizione potenzialmente fatale. “Si verifica quando i livelli di insulina nel sangue scendono a livelli molto bassi per troppo tempo – spiega la dottoressa Chao – . L’insulina aiuta il corpo a utilizzare il glucosio, per cui quando non c’è abbastanza insulina, il corpo inizia a scomporre il grasso come fonte di energia”. Questo processo, descrive la diabetologa, causa un pericoloso aumento degli acidi nel sangue e, se non trattato, può portare ad edema celebrale, come e persino alla morte. “I bambini stanno arrivando in ospedale con disidratazione e DKA. Ma la DKA è prevenibile e reversibile se trattata precocemente e in modo appropriato”.
"Potrebbe esserci un legame con Covid-19"
Nel ricercare le cause dell’aumentata incidenza di questa rara complicanza del diabete di tipo 2, il team di ricerca indica che, oltre al più basso numero di visite pediatriche di routine effettuate dallo scoppio della pandemia, potrebbero essere coinvolti diversi fattori, come una minore attività fisica durante il lockdown o un minor consumo di cibi freschi e sani. E che potrebbe esserci anche una relazione biologica tra l’esposizione al virus e il diabete.
“Esiste sicuramente un legame tra Covid-19 e diabete – precisa Senta Georgia, ricercatrice presso il Saban Research Institute del Children's Hospital di Los Angeles e autrice senior dell’articolo, a capo di un programma di ricerca di base e traslazionale finalizzato alla comprensione della biologia cellulare del diabete e allo sviluppo di nuove terapie – . Non sappiamo se SARS-CoV-2 infetti le cellule che secernono insulina nel pancreas. Ci sono alcune segnalazioni di un legame tra Covid-19 e diabete negli adulti, ma fino ad oggi non sono stati pubblicati studi pediatrici”.
“Il nostro lavoro insieme al Children's Hospital di Los Angeles ci consente di affrontare la salute pediatrica su più livelli – prosegue la dottoressa Georgia – . Collaboriamo con la dottoressa Chao alla pianificazione di nuovi suoi studi clinici e lei partecipa alla nostra ricerca di base e traslazionale. Pertanto stiamo arrivando alla comprensione del problema con una prospettiva sia clinica che scientifica”.
Saranno dunque necessari ulteriori studi traslazionali e clinici per determinare se l’aumento dei casi di DKA sia correlato all’infezione da SARS-CoV-2. Per ora, i dati indicano chiaramente una tendenza emergente verso complicazioni del diabete più gravi durante la pandemia. “È fondamentale – conclude Chao – che i pediatri riconoscano che quando un bambino si presenta con sintomi di diabete, il bambino va valutato immediatamente. Prima vediamo questi ragazzi, maggiori sono le nostre possibilità di prevenire la DKA”.