video suggerito
video suggerito
Covid 19

Un nuovo vaccino Covid testato sull’uomo induce un’immunità di lunga durata

Si chiama CoVac-1 ed è il vaccino multi-peptidico sviluppato da un team di ricerca dell’Università di Tubinga, in Germania.
A cura di Valeria Aiello
138 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Un nuovo vaccino multi-peptidico, sviluppato da un team di ricerca dell’Università di Tubinga, in Germania, ha mostrato di poter generare una risposta immunitaria di lunga durata contro il coronavirus Sars-Cov-2. Lo indicano i risultati della sperimentazione clinica di fase I che ha coinvolto 36 persone di età compresa tra i 18 e gli 80 anni, la cui immunità mediata dai linfociti T si è rivelata superiore a quella indotta dall’infezione naturale e dai vaccini finora approvati. La possibilità di generare un’immunità persistente è chiaramente di massima importanza nella lotta alla pandemia di Covid-19 e rappresenterebbe una svolta nel tenerla sotto controllo.

In particolare, i risultati dello studio, appena pubblicati su Nature, rivelano che una singola somministrazione del nuovo siero, chiamato CoVac-1, ha stimolato una forte risposta dei linfociti T, ovvero la generazione di cellule immunitarie in grado di attaccare e neutralizzare le cellule infette. Questa risposta immunitaria è diversa da quella mediata dagli anticorpi, che è invece diretta contro gli specifici agenti patogeni e impedisce al virus di infettare le cellule. Per generare questo tipo di risposta, potenzialmente cruciale per i pazienti con sistema immunitario compromesso (per i quali i vaccini Covid già approvati offrono livelli di protezione più deboli contro la malattia grave), i ricercatori hanno progettato un candidato a base di diversi antigeni virali derivati dalle proteine di Sars-Cov-2, tra cui la famigerata proteina Spike, le proteine dell’involucro, della membrana e del nucleocapside di cui si parla meno.

La somministrazione monodose ha indotto la risposta specifica di cellule T in tutti i partecipanti allo studio a 28 giorni dalla vaccinazione. Questa stessa risposta immunitaria, tra l’altro, non è stata influenzata da alcuna delle attuali varianti di preoccupazione (VOC), come Alfa, Beta, Delta o Gamma.

La sperimentazione ha inoltre indicato che il vaccino ha prodotto un’immunità di almeno tre mesi o superiore a quella sviluppata in seguito all’infezione naturale o alla vaccinazione con i sieri attualmente disponibili, senza mostrare effetti collaterali gravi, supportando la valutazione attualmente in corso in uno studio di fase II in pazienti con deficit di cellule B/anticorpi.

Il CoVac-1 potrebbe fungere da vaccino (complementare) per indurre l’immunità delle cellule T, in particolare negli anziani e negli individui immunocompromessi con ridotta capacità di sviluppare risposte immunitarie sufficienti dopo la vaccinazione SARS-CoV-2 con i vaccini attualmente approvati – spiegano gli autori dello studio – . Il nostro triali di fase I ha mostrato che il candidato ha un profilo di sicurezza favorevole e induce una potente risposta dei linfociti T dopo una singola somministrazione”.

138 CONDIVISIONI
32834 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views