Un nuovo nano-farmaco può bloccare le metastasi del tumore al seno
Un nuovo farmaco nanotecnologico potrebbe permettere di bloccare i processi di espansione e colonizzazione del carcinoma mammario. Sviluppato dai ricercatori del Centro di Osteoncologia, Tumori Rari e Testa-Collo dell’Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori (IRST) IRCCS in collaborazione con i colleghi del centro di ricerca statunitense Methodist Hospital Research Institute di Houston, in Texas, si inserisce in uno dei più innovativi e importanti filoni di ricerca sulla comprensione dei meccanismi di interazione tra il microambiente (l’insieme cellulare ed extra-cellulare nel quale di sviluppa il tumore) e le cellule tumorali.
Può bloccare le metastasi del tumore al seno
Un percorso che ha portato i ricercatori a mettere a punto una formula farmaceutica innovativa che, intervenendo sul microambiente tumorale, potrebbe consentire di trattare il tumore, interrompendo il suo processo di crescita. “Siamo fiduciosi che questo nuovo prodotto nanotecnologico possa in futuro portare concreti benefici terapeutici” ha dichiarato il dott. Toni Ibrahim, a capo del Centro di Osteoncologia, Tumori Rari e Testa-Collo e Direttore ad interim della struttura di Immunoterapia, Terapia Cellulare Somatica e Centro Risorse Biologiche dell’IRST IRCCS.
La nuova molecola, provvista di un farmaco antitumorale già utilizzato in clinica e di un anticorpo, è il risultato dell’identificazione di una proteina e della scoperta del suo ruolo nella diffusione del tumore grazie alla messa a punto di un nuovo modello tridimensionale di coltura cellulare utile ricreare, in vitro, il microambiente tissutale del tumore. “In tale struttura artificiale, le cellule tumorali mantengono dei fenotipi e delle caratteristiche molto simili a quanto accade realmente nel corpo umano e questo perché sono inserite in un contesto che mima quello nativo – spiega la dott.ssa Chiara Liverani, biologa del Settore Osteoncologia del Laboratorio di Bioscienze dell’IRST impegnata nella ricerca – . Proprio grazie a questo modello, è stato possibile identificare una proteina coinvolta sia nell’acquisizione di profili di aggressività delle cellule tumorali del carcinoma della mammella, sia responsabile nell’avvio del processo metastatico”.
Inizierà la sperimentazione clinica
Una volta confermata la sua funzione, i ricercatori hanno sviluppato un farmaco che potesse essere indirizzato verso la proteina come possibile bersaglio terapeutico. “Abbiamo sviluppato una forma farmaceutica innovativa, su base nanometrica, che utilizza un anticorpo monoclonale coniugato ad un liposoma – ha aggiunto il dott. Alessandro De Vita, farmacista e ricercatore del Settore Osteoncologia del Laboratorio di Bioscienze dell’IRST – . I test di laboratorio hanno dimostrato le potenzialità dell'anticorpo ma anche che, per compiere una vera e propria attività farmacologica, dovrebbe esser utilizzato ad elevate concentrazioni, con possibili effetti tossici per il paziente. Per questo motivo, abbiamo proseguito con lo studio provando a utilizzarlo a bassa concentrazione così da esplicare, da un lato, l’attività di inibizione della proteina, dall’altro, sfruttandolo come veicolo per un farmaco anti-neoplastico già impiegato in clinica, quindi sicuro”.
“In laboratorio questo nano-sistema ha dimostrato di poter esplicare la sua attività, consentendo anche una diminuzione del dosaggio del farmaco anti-neoplastico. Inizierà quindi un lungo processo atto a confermare la capacità di compiere la sua attività farmacologica anche in clinica senza effetti collaterali importanti per le pazienti”.