Un farmaco “rivoluzionario” fa perdere peso più di ogni altro medicinale
Un trattamento sperimentale, recentemente testato nell’ambito di un trial clinico e descritto in uno studio pubblicato questa settimana sul New England Journal of Medicine, apre una nuova strada nella terapia farmacologia dell’obesità. La sperimentazione, che ha coinvolto quasi 2mila persone di 16 diversi Paesi di età pari o superiore ai 18 anni e con indice di massa corporea (BMI) superiore a 30, ha esaminato la perdita di peso corporeo in seguito alla somministrazione di una dose settimanale di un farmaco chiamato semaglutide, un medicinale di ultima generazione già disponibile per il trattamento del diabete di tipo 2. I partecipanti allo studio sono stati assegnati in modo casuale in un rapporto 2:1 a ricevere semaglutide o placebo in aggiunta a colloqui su scelte alimentari sane, su come essere più attivi fisicamente e cosa fare per perdere peso.
Il trial, della durata di 68 settimane, ha indicato che la perdita di peso corporeo è stata in media del 14,9% nel braccio di trattamento con semaglutide rispetto al 2,4% del gruppo placebo, con una differenza determinata dalla terapia farmacologia di 12,4 punti percentuali. Il farmaco, somministrato per via sottocutanea alla dose di 2,4 mg una volta alla settimana, ha promosso una riduzione di peso pari o maggiore al 15% in più della metà dei partecipanti (50,5%), con una variazione media di 15,3 kg dal basale rispetto ai 2,6 kg persi dal gruppo placebo. Il trattamento, inoltre, ha fatto registrare miglioramenti sia in termini di riduzione di fattori di rischio cardiometabolico, sia di aumento della funzione fisica.
Risultati che, in generale, rendono questo farmaco fino a due volte più efficace rispetto ai medicinali esistenti, spiegano i ricercatori, avvicinandosi al tipo di efficacia degli interventi chirurgici. “Nessun altro farmaco ha raggiunto un tale livello di perdita di peso, questo è davvero un punto di svolta – ha affermato Rachel Batterham la ricercatrice sull’obesità dell’University College di Londra e coautrice dello studio – . Per la prima volta, le persone potranno ottenere attraverso un trattamento farmacologico ciò che era possibile solo attraverso un intervento chirurgico”.
Oltre alla perdita di peso indotta dal farmaco, riducendo la fame e aumentando il senso di sazietà, il trattamento si è dimostrato sicuro e ben tollerato. Gli effetti collaterali più comuni sono stati di tipo gastrointestinale (tra cui nausea e diarrea), di entità da lieve a moderata. Sebbene questi eventi fossero di transitoria, hanno comunque portato 59 partecipanti (4,5%) a interrompere il trattamento rispetto ai 5 (0,8%) del gruppo placebo.