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Covid 19

Un composto derivato da una pianta velenosa blocca tutte le varianti Covid

Lo ha scoperto un team di ricerca dell’Università di Nottingham che ha testato l’efficacia del thapsigargin (TP) contro le principali varianti di preoccupazione del coronavirus Sars-Cov-2.
A cura di Valeria Aiello
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Thapsia villosa / Wikipedia
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Un promettente agente antivirale a base vegetale, il thapsigargin (TG), derivato da un tipo di pianta velenosa, nota come “carota mortale”, sembra essere efficace contro tutte le varianti di Sars-Cov-2, anche le più infettive. In prove di laboratorio, il TG ha dimostrato di poter bloccare la replicazione virale delle principali varianti emergenti di Sars-Cov-2 (Alfa, Beta e Delta).

Lo stesso di team di ricerca dietro alla scoperta ha precedentemente dimostrato l’efficacia del TG contro una serie di virus respiratori umani, come i virus dell’influenza e virus respiratorio sinciziale (RSV). “Una singola dose pre-infezione – spiegano nel nuovo studio pubblicato sulla rivista Virulence –  ha bloccato efficacemente la replicazione di SARS-CoV-2 in tutte le singole combinazioni di variante e coinfezione, con una riduzione superiore al 95% in totale”.

Allo stesso modo, il TG ha inibito efficacemente ogni tipo di infezione preesistente attiva, suggerendo il suo potenziale valore terapeutico post-infezione. “Lo ha dimostrato dalla ridotta sintesi di RNA, con corrispondente riduzione della produzione di virus della progenie – precisano gli studiosi – . In sintesi, il TG come antivirale è altamente efficace contro le varianti Alfa, Beta e Delta di SARS-CoV-2 in tutte le combinazioni di infezione”.

Come antivirale incentrato sull'ospite, il TG sembra rompere alcuni dei meccanismi che virus come SARS-CoV-2 dirottano nelle cellule ospiti per replicarsi e diffondersi in tutto il corpo. “Tutti i dati disponibili (prodotti da noi e da altri) come mostrato nel caso dei virus dell'influenza, nel virus respiratorio sinciziale e nei coronavirus, incluso SARS-CoV-2, indicano che il TG non impedisce l’ingresso del virus nelle cellule ma piuttosto innesca percorsi intracellulari per inibire la replicazione del virus” spiega il team.

Lo studio sulla coltura cellulare ha anche confermato una più alta velocità di replicazione e di trasmissione da cellula a cellula nelle infezioni da variante Delta, per la quale è stato riscontrata una velocità di diffusione quattro volte più alta di Alfa e nove volte di Beta. I ricercatori hanno anche osservato che Delta può accelerare la replicazione di altre varianti quando si verificano co-infezioni. In questo caso, Delta agisce come una spinta extra per le altre varianti con cui sta collaborando.

ll passo successivo è lo sviluppo di trattamenti a base di TG, che ovviamente richiederà tempo e ulteriori ricerche – come ci si potrebbe aspettare da un agente derivato da una pianta velenosa – ,  per arrivare a un farmaco sicuro per l’uomo. I test su colture cellulari, per quanto promettenti, non sono chiaramente la garanzia per cui alla fine questo antivirale supererà la sperimentazione clinica, pur essendo un primo passo estremamente interessante. “Nell’insieme – concludono gli studiosi – , i nostri risultati confermano il potenziale di TG come un promettente antivirale ad ampio spettro, incluse le principali varianti di Sars-Cov-2”.

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