Tumore al polmone: in prima linea il farmaco che riduce del 40% il rischio di morte
Il medicinale Keytruda, il cui principio attivo è il pembrolizumab, è stato ammesso alla rimborsabilità per il trattamento “del carcinoma polmonare avanzato non a piccole cellule sia in prima che in seconda linea”. Questo significa che, dopo oltre 40 anni, contro questa tipologia di tumore può essere utilizzato un nuovo trattamento e non solo la chemioterapia. L'annuncio arriva direttamente dall'Agenzia Italiana del Farmaco e il pembrolizumab è attualmente in attesa di essere pubblicato dalla ‘Gazzetta Ufficiale'.
Come funziona. Il pembrolizumab è un farmaco in grado di individuare il meccanismo che utilizza il tumore per inibire il sistema immunitario, che altrimenti lo sconfiggerebbe. In pratica il trattamento permette ai linfociti T di riattivarsi e quindi di poter svolgere il loro compito, cioè invididuare le cellule tumorali e distruggerle.
Lo studio. Di questo farmaco avevamo già parlato in passato quando su The Lancet Oncology era stato pubblicato lo studio che ne dimostrava l'efficacia sul tumore ai polmoni (Carboplatin and pemetrexed with or without pembrolizumab for advanced, non-squamous non-small-cell lung cancer: a randomised, phase 2 cohort of the open-label KEYNOTE-021 study”.
L'efficacia. Dai risultati ottenuti è emerso che, a un anno tra trattamento con pembrolizumab, il 70% dei pazienti era ancora vivo (mentre con la chemioterapia il dato scendeva al 50%). Inoltre, i dati dello studio parlano di una riduzione del 40% del rischio di morte grazie a questo trattamento e del 50% di progressione della malattia. È risultata anche triplicata la sopravvivenza libera da progressione della malattia che, a distanza di un anno, raggiunge il 48% con il pembrolizumab rispetto al 15% con chemioterapia.
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