Trovata la “firma” proteica delle forme gravi di Covid-19
Più di 250 proteine, associate alle forme gravi di Covid-19, che potrebbero aiutare a comprendere i meccanismi biologici che guidano i decorsi negativi e gli esiti infausti della malattia. A identificarle i ricercatori del Massachusetts General Hospital (MGH) che hanno esaminato le firme proteiche dei pazienti con Covid-19 grave, confrontandole con quelle di pazienti meno gravi.
La firma proteica delle forme gravi
L’analisi, pubblicata nel dettaglio in un nuovo studio su Cell Reports Medicine, ha richiesto la valutazione di oltre 300 campioni di sangue di pazienti risultati positivi al coronavirus e ulteriori 78 campioni di pazienti con sintomi simili a quelli di Covid-19 ma negativi al test del tampone. Uno sforzo che ha permesso di determinare il profilo proteico “associato alla gravità della malattia” e di osservare come la concentrazione ematica di alcune proteine e, in particolare, di una specifica proteina pro-infiammatoria chiamata interleuchina-6 (IL-6) è costantemente aumentata nei pazienti deceduti, mentre è aumentata e poi diminuita nei pazienti che hanno superato una forma grave della malattia.
“Abbiamo anche trovato un piccolo sottogruppo di pazienti che non hanno mostrato questa risposta pro-infiammatoria sebbene avessero la stessa probabilità degli altri pazienti di avere malattia grave” ha spiegato Michael Filbin, Direttore della ricerca clinica presso il Dipartimento di emergenza del MGH e autore principale dello studio, aggiungendo che questi pazienti tendevano ad essere persone anziane con malattie croniche e che, probabilmente, avevano un sistema immunitario indebolito.
Ad ogni modo, secondo i ricercatori, molte delle altre proteine identificate nell’analisi sono probabilmente importanti per capire perché solo una parte dei pazienti Covid-19 sviluppa casi gravi nonché comprendere come la malattia colpisce i polmoni, il cuore e gli altri organi. “È molto probabile – dice Marcia Goldberg, specialista in malattie infettive del MGH e autrice senior dello studio – che le firme proteiche identificate siano utili per capire alcuni meccanismi sottostanti che portano a forme di Covid gravi e fatali”.