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Traffico di avorio, per gli elefanti africani il 2011 è stato un anno drammatico

Si chiude con un bilancio di sangue il 2011 per i pachidermi africani: l’anno peggiore da quando, nel 1989, la caccia agli elefanti venne messa fuori legge. Dietro, come sempre, la richiesta di avorio.
A cura di Nadia Vitali
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Si chiude con un bilancio di sangue il 2011 per i pachidermi africani: l'anno peggiore da quando, nel 1989, la caccia agli elefanti venne messa fuori legge. Dietro, come sempre, la richiesta di avorio.

Circa duemilacinquecento esemplari abbattuti negli ultimi dodici mesi, tredici i sequestri principali di zanne per una quantità di avorio che si aggira intorno alle 23 tonnellate: è questo il bilancio di sangue drammatico riguardante lo stato della caccia all'elefante africano, pratica ancora diffusissima sebbene la legge l'abbia vietata a partire dal 1989. A pesare maggiormente è l'incremento della domanda di avorio verificatasi a partire dal 2007 , fenomeno che ha fatto toccare al 2011 il record per le uccisioni dei pachidermi degli ultimi 23 anni.

L'espansione della Cina sui mercati internazionali ma anche direttamente sul territorio africano è attualmente la più grave minaccia per questa magnifica specie, da sempre minacciata dalle bramosie umane a causa delle sue splendide zanne: è verso l'estremo oriente, infatti, che si indirizza maggiormente il traffico di avorio. Partendo da Sud Africa, Namibia, Botswana e Zimbawe, stati in cui l'elefante è seriamente minacciato dal rischio dell'estinzione, la materia prima prende per lo più la strada della Cina e della Thailandia, ricorrendo alla Malesia come scalo nella maggior parte dei casi.

La denuncia e i dati provengono dall'organizzazione con sede in Gran Bretagna che da anni si occupa della sorveglianza dei traffici illegali che coinvolgono specie protette, Traffic, che ricorda come l'ultimo sequestro avvenuto risalga al 21 dicembre e abbia portato alla scoperta di 727 pezzi di avorio custoditi in un container nel porto di Mombasa, in Kenya, destinati all'Asia.

E sempre dall'Asia giungono le richieste di rinoceronti: la caccia contro questo animale è ancora diffusissima e ne sta mettendo in serio pericolo la sopravvivenza. La medicina tradizionale cinese reputa, infatti, che il corno di rinoceronte possegga delle eccezionali proprietà terapeutiche contro febbre, impotenza ed epilessia: sebbene la scienza abbia dimostrato abbondantemente la falsità di queste credenze, anche quest'anno centinaia di rinoceronti sono stati assassinati dai bracconieri in Africa, laddove la più grande riserva di questi animali dovrebbe preservare e garantire la biodiversità del nostro pianeta.

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