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Covid 19

Tra 11mila operatori sanitari nessun caso di reinfezione da COVID: i dati dello studio

Mettendo a confronto le positività rilevate durante la prima ondata di contagi con quelle della seconda in un ospedale britannico, un team di ricerca dell’Università di Newcastle non ha rilevato alcun caso di reinfezione da coronavirus tra gli operatori sanitari. Gli scienziati ritengono che l’immunità alla COVID-19 duri per almeno sei mesi.
A cura di Andrea Centini
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Tra le caratteristiche dell'infezione da coronavirus SARS-CoV-2 che ancora non conosciamo vi è la durata dell'immunità dopo essere stati contagiati, un'informazione preziosissima anche nell'ottica della gestione della campagna vaccinale. Rari casi di reinfezione sono stati registrati negli ultimi mesi in varie parti del mondo, suggerendo che lo “scudo immunitario” offerto dalla COVID-19 non sia in realtà così duraturo, perlomeno in alcuni pazienti. Tuttavia, un nuovo, approfondito studio condotto nel Regno Unito – che ha visto il coinvolgimento di migliaia di operatori sanitari – indica che gli anticorpi neutralizzanti, le “cellule della memoria” e tutte le altre armi a disposizione del nostro sistema immunitario garantiscono una protezione per almeno 6 mesi. Si tratta di un intervallo di tempo maggiore rispetto a quello che si sospettava in precedenza, e che lascia ben sperare nella lotta alla pandemia, anche considerando che ad oggi, sulla base della mappa interattiva sviluppata dagli scienziati dell'Università Johns Hopkins, le persone contagiate (ufficialmente) nel mondo sono oltre 85 milioni, ma si ritiene che il numero reale sia decisamente più grande.

A condurre la nuova indagine è stato un team di ricerca britannico guidato da scienziati dell'Università di Newcastle, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del The Newcastle upon Tyne Hospitals NHS Foundation Trust. Gli scienziati, coordinati dal professor Christopher J.A. Duncan, ricercatore presso il Translational and Clinical Research Institute dell'ateneo inglese, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver messo a confronto le positività rilevate durante la prima ondata di contagi nell'ospedale di Newcastle (considerata dal 10 marzo al 6 luglio 2020) con quelle della seconda, tra il 7 luglio e il 20 novembre. Durante la prima ondata sono risultati positivi al tampone oro-rinofaringeo 481 dei 3.338 operatori sanitari che manifestavano sintomi ascrivibili alla COVID-19, come tosse, difficoltà respiratorie, febbre e simili; gli anticorpi neutralizzanti IgG sono stati invece rilevati in 937 su 11.103 operatori sanitari (8,4 percento del totale) attraverso un cosiddetto test sierologico. In tutto, durante la prima ondata, sono stati identificati 1.038 operatori sanitari con infezione sintomatica da coronavirus SARS-CoV-2.

Durante la seconda ondata sono stati sottoposti a tampone oro-rinofaringeo 2.243 operatori sanitari con sintomi, 128 dei quali avevano una precedente positività accertata dai test. In totale è stato individuato un positivo ogni otto persone (290 in tutto), ma nessuno di essi faceva parte del gruppo di coloro che erano stati infettati durante la prima ondata. Poiché in media, per questi operatori sanitari, erano trascorsi 173 giorni dalla data della positività al tampone oro-rinofaringeo o al test sierologico, il professor Duncan e i colleghi ritengono che la protezione immunitaria offerta dall'infezione possa durare per almeno 6 mesi. “Nonostante 290 infezioni sintomatiche in 10.137 operatori sanitari non immuni, non ci sono state reinfezioni sintomatiche in oltre 1.000 operatori sanitari con infezione pregressa. Concludiamo che l'infezione da SARS-CoV-2 sembra determinare protezione contro l'infezione sintomatica negli adulti in età lavorativa, almeno a breve termine. Ciò è coerente con i bassi tassi di reinfezione riportati in letteratura e con la capacità dei vaccini di proteggere con elevata efficacia contro la SARS-CoV-2 sintomatica. Rimane incerto se questo sia vero per l'infezione asintomatica”, scrivono i ricercatori nell'abstract dello studio, sottolineando che saranno necessarie ulteriori indagini per approfondire i risultati ottenuti. In precedenza una ricerca condotta da virologi del La Jolla Institute for Immunology aveva determinato che la protezione immunitaria prodotta dall’infezione potrebbe durare persino per anni. I dettagli della nuova ricerca britannica “Prior SARS-CoV-2 infection is associated with protection against symptomatic reinfection” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Journal of Infection.

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