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Test del sangue diagnostica il melanoma: è il primo al mondo, può salvare migliaia di vite

Ricercatori australiani di diversi istituti hanno messo a punto il primo esame del sangue in grado di diagnosticare il melanoma, il cancro della pelle più diffuso al mondo. Si basa su 10 anticorpi e ha una precisione del 79%. A breve partirà un’approfondita sperimentazione clinica che potrebbe ulteriormente perfezionarne la precisione.
A cura di Andrea Centini
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Creato il primo test del sangue al mondo in grado di diagnosticare il melanoma, il cancro alla pelle più diffuso e letale. La sua precisione al momento si attesta al 79 percento, un risultato non perfetto ma superiore del 3 percento rispetto alle classiche biopsie, che sono invasive e costose. Una volta perfezionato, l'esame potrebbe diventare un utilissimo strumento diagnostico in grado di salvare migliaia di vite ogni anno, da effettuare prima di sottoporsi a controlli più approfonditi.

Il test, ancora in fase sperimentale, si chiama MelDX ed è stato messo a punto da un team di ricerca australiano, guidato da studiosi del Melanoma Research Group presso l'Università Edith Cowan di Perth. In Australia ci sono numerosi laboratori che si occupano di questa patologia, dato che nella ‘terra dei canguri' il melanoma registra un tasso d'incidenza piuttosto elevato, così come negli Stati Uniti d'America e in Europa.

Ma come funziona questo esame del sangue? Gli scienziati, coordinati dal professor Mel Ziman, responsabile del centro di ricerca australiano, hanno sviluppato MelDX attraverso l'analisi degli anticorpi che il nostro sistema immunitario produce in presenza del melanoma. Ziman e colleghi ne hanno analizzati oltre 1.600, individuando una decina di biomarcatori in grado di inquadrare il cancro della pelle. Hanno coinvolto nella ricerca 104 persone colpite da melanoma e altre 105 sane come gruppo di controllo, per verificare l'efficacia e la precisione del test.

Dall'analisi dei dati ottenuti è emersa un'accuratezza del 79 percento e un tasso di falsi positivi nei pazienti sani del 16 percento. L'obiettivo degli scienziati australiani è avviare una sperimentazione clinica approfondita che dovrebbe durare circa tre anni, al termine della quale il MelDX potrebbe diventare un esame a basso costo disponibile per tutti. In questa fase potrebbe ulteriormente essere perfezionato il suo grado di precisione, grazie ai dati raccolti da un numero maggiore di pazienti.

Il MelDX, i cui dettagli sono stati pubblicati sulla rivista specializzata Oncotarget, è il primo test del suo genere, ma la diagnostica del melanoma sta facendo passi da gigante anche grazie alla tecnologia e all'intelligenza artificiale. Un gruppo di studenti dell'Università di Stanford, ad esempio, ha recentemente messo a punto un software – applicabile a un semplice smartphone – in grado di analizzare la foto di un neo e determinare con grande precisione se si tratta di melanoma o meno.

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