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Svelato il mistero della seta delle vedove nere: come riescono a renderla ‘d’acciaio’

Le vedove nere producono fibre di seta resistenti come l’acciaio che noi invidiamo perché vorremmo realizzare materiali simili da utilizzare nella vita di tutti i giorni. Per scoprire come riescono a creare un simile prodotto, gli scienziati hanno osservato direttamente ciò che accade dentro la ghiandola in cui ha origine la fibra: ecco cosa hanno visto.
A cura di Zeina Ayache
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Finalmente sappiamo come le vedove nere riescano a rendere così resistente la seta che producono, grazie a questa scoperta gli scienziati contano di creare materiali sintetici ugualmente efficaci. Ma vediamo nel dettaglio come questi splendidi animali riescono a produrre una seta così straordinaria.

Vedove nere e fibre ‘d'acciaio'. I ricercatori hanno analizzato il complicato processo che utilizzano le vedove nere per trasformare le proteine in fibre resistenti come l'acciaio e hanno scoperto cosa accade all'interno della ghiandola che produce le fibre di seta scoprendo che proprio qui avviene un processo di assemblaggio molto complesso e responsabile della resistenza di questo materiale.

La teoria delle ‘micelle complesse'. Attraverso risonanza magnetica nucleare, la stessa tecnologia che si utilizza per la risonanza magnetica funzionale, e microscopia elettronica, gli scienziati sono riusciti a vedere all'interno della ghiandola dove hanno origine le fibre di sera e hanno scoperto che proprio lì avviene un assemblaggio proteico più complesso rispetto al previsto. Insomma, le proteine della sera non iniziano come semplici micelle sferiche, come si pensava, ma proprio come micelle composte complesse che riescono dunque a rendere la seta resistente come l'acciaio. “Ora sappiamo che la seta delle vedove nere è data da nano-assemblamenti gerarchici (di 200/500 nanometri di diametro) di proteine immagazzzinate nell'addomer del ragno.

Dal ragno all'uomo. La scoperta è importante perché permette ai ricercatori di riprodurre lo stesso processo anche per la creazione di materiali molto resistenti utili per l'essere umano. Ovviamente siamo ancora all'inizi, ma se si dovesse riuscire a duplicare il ‘lavoro' della vedova nera in laboratorio, ci troveremmo davanti ad un qualcosa di “in poche parole, trasformativo”, concludono i ricercatori.

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