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Sul fondale del Mar Tirreno la più grande concentrazione di microplastiche di sempre

La scoperta è stata effettuata nel Mar Tirretno, dove le correnti hanno traportato e accumulato 1,9 milioni di pezzi di plastica per ogni metro quadrato del fondale marino.
A cura di Marco Paretti
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Un team di ricercatori ha scoperto che in una zona di fondale marino grande quanto un tavolino da caffè quasi 2 milioni di piccoli frammenti di plastica possono accumularsi in quella che è ad oggi la rilevazione di microplastiche più alta mai registrata nelle profondità del mare. La scoperta è stata effettuata nel Mar Tirretno, dove le correnti hanno traportato e accumulato 1,9 milioni di pezzi di plastica per ogni metro quadrato del fondale marino. "Quasi tutti hanno sentito delle infami ‘isole di plastica' che navigano sugli oceani" ha spiegato il dottor Ian Kane della The University of Manchester, autore dello studio. "Ma siamo rimasti sconvolti dalle concentrazioni di microplastiche trovate nel fondale marino".

Ogni anno oltre 10 milioni di tonnellate di plastica entrano nell'oceano, il 99 percento della quale si deposita nelle profondità oceaniche. Per determinare l'estensione di questo accumulo, un team internazionale ha raccolto campioni di sedimenti dal Mar Tirreno a una profondità tra i 600 e i 900 metri, dove le correnti hanno la più grande interazione con il fondale. Le microplastiche sono state poi separate dai sedimenti in laboratorio e conteggiate al microscopio per individuare le varie tipologie di plastica.

Sebbene sia ormai tristemente riconosciuto che le microplastiche hanno invaso i fondali marini, resta poco chiaro il processo con il quale vengono trasportate lì. Sembra che le correnti oceaniche fungano da nastro trasportatore, secondo uno studio pubblicato su Science. Una volta che la plastica finisce nell'oceano, le correnti la possono spingere verso i canyon sottomarini e il fondale, dove si deposita. A questo punto, però, le correnti possono ulteriormente muovere la plastica nel mare. "Il nostro studio ha mostrato come dettagliate analisi delle correnti più profonde possono aiutarci a comprendere gli spostamenti della microplastica e trovare la plastica scomparsa" ha spiegato Mike Clare del National Oceanography Centre, co-autore dello studio. "I risultati sottolineano la necessità di interventi per limitare i futuri flussi di plastica negli ambienti naturali e minimizzare gli impatti sugli ecosistemi degli oceani".

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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