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Smartphone e condizionatori ci ‘rubano’ le lacrime: cos’è la sindrome dell’occhio secco

Le lacrime proteggono gli occhi dalle infezioni batteriche, li detergono, nutrono e migliorano la nostra vista, ma tantissime persone le stanno perdendo a causa della “sindrome dell’occhio secco”. Tra le cause, oltre all’età, anche l’uso di smartphone e computer, i condizionatori, le nuotate in piscina e il caldo eccessivo. Ecco cosa c’è da sapere.
A cura di Andrea Centini
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Le lacrime che normalmente associamo alle emozioni di dolore (e gioia) rivestono un ruolo cruciale nella protezione dei nostri occhi, ma a causa di vari fattori esterni possono ridursi drasticamente, dando vita a una condizione nota come sindrome dell'occhio secco. Per l'Organizzazione Mondiale della Sanità si tratta di una delle patologie più sottovalutate in assoluto; basti pensare che soltanto in Italia si stima ne soffra una persona oltre i cinquanta anni su tre. Bruciore, sensazione di avere un corpo estraneo nell'occhio, arrossamento e nei casi più gravi dolore e problemi di vista sono i sintomi più comuni, che possono essere alleviati con le cosiddette lacrime artificiali.

I nostri occhi, infatti, sono costantemente coperti da una pellicola lacrimale (o semplicemente lacrima) che svolge molteplici funzioni, fra le quali la lubrificazione, la pulizia, la nutrizione la trasparenza della visione e la protezione dalle infezioni batteriche. Il film lacrimale è supportato dal movimento meccanico delle palpebre, che aprendosi e chiudendosi continuamente distribuiscono uniformemente la pellicola acquosa su tutta la cornea.

Le lacrime possono essere ridotte da numerosi fattori, come spiegato dal professor Aldo Caporossi, direttore della Clinica Oculistica Policlinico Gemelli di Roma. “Innanzitutto tutte le operazioni chirurgiche – ha spiegato lo specialista -, da quelle per la miopia a quelle per il glaucoma o la cataratta; ma anche la riduzione della secrezione lacrimale che si verifica con l'età, in particolare nelle donne, al punto che tra quelle in menopausa il 60% ne soffre”. Tra i fattori ambientali più comuni vi sono il sole, il caldo e il vento – ecco perché se ne soffre più facilmente al mare durante l'estate -, ma anche l'aria condizionata a causa dell'azione deumidificante e il troppo tempo trascorso con gli occhi puntati su computer, smartphone e tablet. Gli schermi elettronici, infatti, riducono sensibilmente il numero di battiti delle palpebre e tendono a far seccare più facilmente la pellicola lacrimale.

A peggiorare la situazione possono esserci anche alcune classi di farmaci, come gli antistaminici e i diuretici, e paradossalmente anche gli sport praticati in acqua come il nuoto e la pallanuoto. Il motivo risiede nei composti utilizzati per trattare l'acqua delle piscine, che irritano e arrossano facilmente gli occhi di chi non indossa gli occhialini. Caporossi punta il dito soprattutto verso le clorammine o ammine clorurate, composti a base di cloro e ammoniaca usati comunemente come disinfettanti.

Per la sindrome dell'occhio secco non esiste una cura, di conseguenza in presenza della condizione è necessario aiutare i propri occhi con prodotti ad hoc, le cosiddette lacrime artificiali. Per l'esperto è preferibile utilizzare quelle monodose per evitare gli effetti indesiderati dei conservanti. Le migliori sono le lacrime a base di “acido ialuronico cross-linkato, che ha un effetto di più lunga durata, e sono arricchite di coenzima Q10 e vitamina E, sostanze in grado di contrastare i processi ossidativi”, ha concluso Caporossi.

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