Siamo dipendenti dai pesticidi che stanno distruggendo la biodiversità

Greenpeace lo afferma senza troppi giri di parole: siamo tossicodipendenti dai pesticidi che, in questi anni, stanno distruggendo la biodiversità e mettendo i bastoni tra le ruote agli insetti responsabili dell’impollinazione. I dati che raccontano la situazione europea sono racchiusi nel rapporto “Tossicodipendenza da pesticidi: come l’agricoltura industriale danneggia il nostro ambiente”, qui vengono esaminati l’uso dei pesticidi di sintesi in Europa e il loro impatto ambientale.
Le sostanze chimiche utilizzate hanno un impatto importante sull’ambiente e gli organismi tanto da aver provocato danni importanti alla biodiversità, si conta infatti che il 24,5% delle specie vulnerabili o in via d’estinzione è minacciato da questi prodotti che causano tossicità e mortalità acuta sia negli organismi considerati target che quelli non-target. Un esempio sono gli uccelli predatori che si nutrono di piccoli mammiferi avvelenati dai rodenticidi. Come se non bastasse, gli organismi che entrano in contatto con i pesticidi sono “più sensibili alle malattie o presentano alterazioni di funzioni corporee vitali, come quelle riproduttive”.
La critica di Greenpeace ricade direttamente sui meccanismi di controllo comunitari accusati di sottovalutare l’effetto cocktail dei pesticidi e le conseguenze su impollinatori come le api. Il problema è una generale dipendenza da questi prodotti che si trasforma in tossicodipendenza, come spiega Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura Sostenibile di Greenpeace, “Le colture sono regolarmente irrorate con diverse sostanze chimiche, di solito applicate più volte su ogni coltura durante l’intera stagione di crescita. Eppure gli agricoltori dispongono già di alternative non chimiche per contrastare le specie nocive, ma hanno bisogno del necessario sostegno politico e finanziario affinché queste diventino il metodo più diffuso”.
Greenpeace chiede dunque di scegliere di abbandonare l’utilizzo sregolato di pesticidi e di optare per un’agricoltura biologica sostenibile che non solo preserva l’ecosistema, ma è più sostenibile per il nostro stesso organismo.